IL DEGRADO DELLA PALERMO DI CAMMARATA NON HA PIU’ LIMITI

Palermo, 14 gennaio 2006

Le notizie di squallida cronaca sono note a tutti e non hanno bisogno di essere riportate da L’Altra Sicilia se non per ribadire quanto sia infondato il trionfalismo pompato dall’attuale sindaco con i soldi del Comune e con la complicità di una stampa nazionale ruffiana, assai spesso di proprietà del suo stesso “padrone”.

Non vogliamo dilungarci in complesse analisi economiche, funzionali ed antropologiche (che meriterebbero però spazio) sul perché quando in Italia si sceglie il mercato, da noi questo diviene “speculazione” e quando in Italia si sceglie il “servizio pubblico”, da noi questo inesorabilmente diviene un carrozzone degradato.


Non lo facciamo non perché non abbiamo le idee chiare su come governare Palermo e la Sicilia ma perché un comunicato stampa non è la sede opportuna.

Vogliamo solo dire tre cose.

La prima è che i dirigenti pubblici in Sicilia non pagano mai, di fronte a questi orrori. In un paese civile un dirigente di un nido in condizioni igieniche spaventose va quanto meno sospeso dall’incarico e, se un minimo di responsabilità è a suo carico, andrebbe licenziato e riassunto come impiegato di fascia inferiore solo se le responsabilità non sono gravi. Il messaggio deve essere chiaro: la nomina non può essere solo politica, chi sbaglia deve pagare! Cosa farebbe un proprietario di un nido privato se il dirigente gestisse il nido in questo modo?

La seconda è che questo è il risultato quando gli assessori non mettono mai il naso fuori dal loro ufficio! Non ci vogliono complicatissimi metodi di controllo di gestione o costose società di consulenza! Basta girare un po’ per scuole e nidi e vedere che aria tira… Ma in fondo forse non conviene, non c’è business nel fare bene il proprio lavoro…

La terza è che lo scempio avviene proprio in una città in cui i nidi sono pochissimi ed assolutamente insufficienti rispetto alle esigenze della famiglia. Qui come altrove la scelta politica è a tutto favore del privato. Cioè, tradotto in soldoni: le donne che lavorano “ricche” hanno diritto al nido per i propri figli pagandolo di tasca propria, quelle “così così” o lo pagano levandosi il pane di bocca o niente, quelle povere, se sono “fortunate” possono ottenere questo tipo di nido o altrimenti possono starsene a casa.

“L’Altra Sicilia – Antudo”


Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”

Circolo Metropolitano di Palermo – ( www.laltrasiciliapa.org)


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