L’allineamento di Zuckerberg: lo spiraglio di libertà ritrovato dagli internauti

Iniziamo col dire che le reti social sono  macchine create esclusivamente per l’intrattenimento e non sono strumenti di informazione.

Le piattaforme sociali non sono quindi strumenti per costruire un’informazione di qualità ma sistemi per trattenere il massimo di tempo possibile le persone in collegamento.
Per questo il controllo contro le bufale  è stato affidato a terzi che , alla luce della realtà odierna sembrano essere andati troppo in là’ nella censura dei contenuti , creando un vero limite alla effettiva libertà di espressione. .

In un video pubblicato il 7 gennaio scorso, Zuckerberg, il fondatore di Facebook ha annunciato una serie di misure per migliorare il funzionamento delle reti sociali , prima fra tutte – con grande tripudio di quanti si sono visti spesso mettere in castigo, privati della possibilità di pubblicare solo perché l’ algoritmo di Zuckerberg aveva deciso che il loro scritto non rispettava i parametri di convenienza decisi da terzi non dati- la soppressione dei controllori delle informazioni.

Forse nel segno di un cambiamento ideologico, Facebook sopprime il programma fake news che sarà sostituito da un  sistema di “note della comunità” , a riprova che effettivamente i verificatori terzi avevano semplicemente dato prova di eccessiva parzialità  politica  .
Certo, l’arrivo di Trump ( e Musk) ha portato consiglio a mr Mark che  annuncia di cancellare le restrizioni create riguardo a temi sensibili come l’immigrazione, l’ identità sessuale e il genere , proprio per restaurare la piena libertà d’espressione  perché, sono parole di Zuckerberg, “quello che era nato come un movimento inclusivo col tempo e’ stato utilizzato per bloccare le opinioni ed escludere le persone che avevano idee diverse. “

Un’altra misura sintomatica della rivoluzione in atto è rappresentata dal trasferimento dei gruppi di moderazione dalla molto woke California ad un Texas più conservatore perché secondo Zuckerberg, “lavorare in luoghi dove  non si creano dubbi circa la parzialità dei moderatori contribuirà a rafforzare la fiducia degli utilizzatori”
Così, se  il mondo degli internauti indipendenti può infine gioire per la prossima levata della censura su Facebook e Instagram,  lo stesso non può dirsi della stampa di sinistra che già dichiara di rimpiangere la scomparsa dei controllori che servivano a limitare le fake news, tesi contestata dai “liberi utilizzatori “ ( non woke , ad esempio) che dicono invece che in realtà si trattava di un sistema opaco e autoritario che, agendo come una polizia del pensiero , si impegnava a censurare i post contrari alla Doxa progressista.

Attraverso la soppressione dei controlli, per questi media che sentono crollare il terreno sotto i loro piedi,  sarebbe lo stesso modello di democrazia che viene attaccato e messo in crisi. Noi ci dichiariamo già da subito felici dei cambiamenti in atto che restituiranno obiettività alle reti sociali e permetteranno un effettivo  esercizio della libertà di pensiero.
Per inciso e senza voler infierire su un uomo morto come Maramaldo , ricordiamoci che quelli che oggi si indispettiscono,  sono gli stessi che durante la crisi del Covid assicuravano che nessun pass vaccinale sarebbe mai stato instaurato… per andare al ristorante!

Eugenio Preta

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