Le vere sfide delle prossime elezioni europee
La vera sfida delle prossime elezioni europee consiste innanzitutto nel chiedersi effettivamente cosa si voglia fare di questa Unione che, così com’è governata oggi , appare un progetto politico, economico e ideologico pieno di ambiguità proprio per nascondere ai cittadini europei obiettivi che, se fossero stati effettivamente svelati, avrebbero senz’altro suscitato il loro rigetto.
Un progetto politico: instaurare un super Stato destinato a sostituire gli Stati nazione . Cosa ben differente del vecchio federalismo ormai superato perché prevedeva sempre una Federazione dove il centro e gli Stati federati avrebbero conservato competenze ben definite.
Il trattato di Lisbona del resto , all’art 5 stabiliva quel principio di sussidiarietà che aveva soddisfatto i cittadini più attenti perché prevedeva l’intervento dell’Unione soltanto quando gli Stati membri non fissero riusciti a raggiungere singolarmente gli obiettivi previsti . In pratica, a ben vedere , un principio di sussidiarietà al rovescio che metteva le sovranità degli Stati nella competenza dell’Unione , aiutato in questo dalla complicità della giurisprudenza della Corte di giustizia UE che aveva definito che gli Stati nazione avevano limitato i loro diritti sovrani in settori sempre più numerosi. Esiste così una sovranità limitata degli Stati nazione a vantaggio dell’UE che approfitta di trasferimenti di competenze in maniera sempre più massiccia.
Un progetto economico: quello della mondializzazione degli scambi in nome di un libero scambio elevato dalla Commissione al rango di uno Stato di diritto economico . Questo progetto economico mette così quello politico a livello di un semplice strumento al servizio della mondializzazione.
Tutto questo si evince chiaramente dalle dichiarazioni Von der Leyen, a Davos ( “anche se i governi potrebbero da soli affrontare le sfide attuali, soltanto le organizzazioni imprenditoriali possiedono le tecnologie, le innovazioni e i talenti per trovare le soluzioni adeguate” , alla stregua delle dichiarazioni di David Rockfeller che nel 1991 auspicava di sostituire i governi con il mondo degli affari e come deciso nel corso dell’ultima riunione UE/CELAC ( comunità degli Stati latino americani) del luglio scorso quando la Commissione affermava la necessità di rafforzare il sistema multilaterale e promuovere un sistema mondiale di governo delle imprese.
Un progetto ideologico : a questo proposito il wokismo che è diventato la chiave di lettura del mondo dell’UE ,come ne e’ testimonianza la lunga litania delle comunicazioni, delle strategie e delle norme delle istituzioni europee che comprendono tutte le caratteristiche della de-costruzione societaria: teoria di genere, discriminazioni sistemiche, stereotipi, razzismo incosciente, denuncia del patriarcato , demascolinizzazione della lingua, stato di colpa permanente, lotta contro l’islamofobia ( dopo aver accettato la cristianofobia) Senza dubbio perché distruggere gli Stati nazione non sarebbe stato più sufficiente e bisognava a questo punto smantellare la società contemporanea per imporre un potere oligarchico assoluto.
La sfida reale delle prossime elezioni europee sarà quindi riprendere il controllo dell’UE per trasformarla in utile mezzo di servizio a supporto degli Stati nazione ; obbligare la nuova Ue a sostenere progetti di interesse comune per poi poter arrivare ad un’Europa indipendente costituita da Stati sovrani che cooperano tra di loro.
La somma di Stati vassalli e deboli non ha mai costituito una vera forza e ancor meno una potenza importante specialmente nel momento cruciale delle attuali sfide mondiali. Bisogna ora sciogliere ambiguità e dubbi di chi ci governa, e ci ha finora governato, e dare una vittoria eclatante a quelli che auspicano un’Europa politica, forte e libera e indipendente .
Eugenio Preta