2023: Fuga da Parigi
Se Lucio Dalla cantava “Milano vicina all’Europa, Milano che ride e si diverte …”, dall’altro lato delle Alpi celebri cantautori francesi affermavano, tanto tempo fa, “Parigi, regina del mondo, Parigi è una bionda“.
Oggi però è tutto cambiato: Milano non ride e non si diverte e la bionda Parigi di una volta non sembra più piacere ai tanti che, dai più modesti ai più famosi, si vantavano di abitare nella Capitale.
Si calcola che, in soli dieci anni, 120.919 persone abbiano abbandonato Parigi facendo passare la popolazione da 2.240.642 abitanti nel 2012 a 2.117.702 residenti alla fine del 2022.
Le classi medie e i funzionari, quella popolazione che mette in moto scuole e ospedali, sono stati costretti a lasciare Ville lumiere per l’aumento vertiginoso dei prezzi degli immobili ed ora si vedono anche declassati dalla vicinanza di nuovi miserabili. A questo bisogna aggiungere la triste realtà dell’immondizia non sempre raccolta, i monopattini che invadono i marciapiedi, l’insicurezza e il fallimento annunciato delle finanze municipali e, non ultimo, la prospettiva dei prossimi Giochi olimpici del 2024 che sicuramente aumenteranno il valore agli immobili senza però aggiungere una degna qualità della vita.
La sindaca socialista si rallegra della situazione odierna anche se si rende conto, nella confusione più totale, come non sia cosa buona che una capitale come Parigi si stia svuotando e, ai microfoni tivù, ricorda la necessità di dover vivere meglio a Parigi evocando un provvedimento che dovrebbe mettere fine alla de-densificazione metropolitana: 40% di edifici pubblici in più per permettere alle classi medie, lavoratori ed impiegati, di re-installarsi in centro. In poche parole la de-densificazione rigenerata in ri-densificazione suscitando l’ilarità degli umoristi più in auge, che dipingono la Hidalgo allungata su una pelle di topo, all’ombra di una montagna di crack di fronte a schiere di minori abbandonati che urlano “Anna noi ti amiamo”.
Una sindaca che si rallegra del fatto che la sua città non sia accogliente e che si augura che gli abitanti possano abbandonarla in numero sempre maggiore proprio per poter migliorare la vita dei privilegiati che restano, invece di mantenerla pulita ed accrescere la voglia di installarvisi.
Passeggiando sui cumuli di pietra e di Storia che una volta avevano costituito il sogno di tanta gente perché rappresentavano il simbolo della cultura, dell’eleganza, della bellezza e dell’arte di vivere, non serve molto per capire che oggi Parigi sia diventata un ghetto per miliardari sconsolati che hanno incaricato nuovi schiavi, spesso provenienti dall’immigrazione più o meno clandestina, di portarli a passeggio su vetture a pedali e di servire loro, a qualsiasi ora del giorno e della notte , pizza, sushi e spesso cannabis e cocaina….e sempre meno parigini . Tra qualche tempo Parigi assomiglierà ad una nuova Dubai con i suoi ricchi serviti da poveri miserabili, e questa volta, sullo sfondo della cattedrale di Notre Dame.
Eugenio Preta