La Grecia scoppia
Duecento anni or sono, l’Europa correva in aiuto dei greci quando questi si ribellarono alla dominazione ottomana. Una questione ancora oggi attuale perché la Grecia, dopo il fallimento della sua classe dirigente ed i prelevamenti alla fonte operati da Bruxelles per sanare la situazione economica, si trova oggi finanziariamente esangue.
Ma le sciagure non arrivano mai sole e la Grecia, è divenuta oggi, per la sua stessa morfologia, la porta d’ingresso dei flussi migratori mediorientali: migliaia di rifugiati, che l’amato vicino, come una bomba a scoppio ritardato, riversa giornalmente sul suolo ellenico.
E’ giusto sottolineare sempre che queste ondate migratorie sono composte generalmente da poveracci che vengono fregati due volte: la prima quando partono e la definitiva, quando arrivano. Una massa umana che fugge da guerre e da rivoluzioni, molto più spesso da crisi civili ed indigenze economiche e che viene facilmente infiltrata da agenti dello spionaggio turco e da cellule islamiste: un “moderno” cavallo di Troia, un’arma umana di distruzione di massa, costruita appositamente per farla finalmente finita con l’Europa e con gli Stati nazione europei.
Oggi però tutti i campioni delle democrazie mondiali tacciono; a nessuno viene in mente di doversi opporre ad una minaccia così evidente, nessuno osa indignarsi come avevano fatto due secoli fa letterati e scrittori come Victor Hugo, Lord Byron o Chateaubriand.
“Siamo tutti greci” potremmo dire oggi, parafrasando slogan già utilizzati dalle reti sociali in occasione di tragici avvenimenti, per sottolineare la grave situazione del popolo greco. “Siamo tutti greci” potremmo dire soprattutto per sensibilizzare la silente opinione pubblica europea e ricordare ai suoi popoli d’occidente il loro immenso debito morale verso la Grecia.
Le leggi, la letteratura, l’arte, la religione, tutto ha preso avvio dall’antico mondo ellenico che, se non fosse esistito, ci avrebbe condannato a restare selvaggi ed idolatri.
Così ancora oggi, sotto le cariatidi del tempio di Atena risuona la preghiera di Ernest Renan e l’invocazione ad Atena di Andre Malraux: “che bel giorno quando tutte le città che si sono impossessate delle pietre del tuo tempio, Venezia, Parigi, Londra, Copenaghen riporteranno indietro le rovine che possiedono chiedendo il tuo perdono, o Dea, dicendo di averlo fatto solo per salvarle dai geni maligni della notte”.
Oggi più che mai siamo tutti figli di Atena, doverosamente filo-ellenici (una faccia una razza) e assolutamente solidali con i Greci che vengono minacciati nuovamente da Merkel e da Erdogan, e vedono agitarsi sinistramente ancora una volta “i geni maligni della notte”.
Eugenio Preta