Notte di San Lorenzo fra i misteri del cielo e le verità nascoste
Qui, sotto una volta celeste che ci inganna in queste notti di lampare, di viti e soffi di cicale. Qui, sotto questa immensità di stelle, lontani dalle nebbie di città troppo ordinate e artificiosamente illuminate, ci illudiamo di sognare e ci abbandoniamo fino a sfiorare, forse per un solo momento, i misteri di questo cielo così alto.
Sciami di meteore, in questa notte di agosto, a grappoli arrivano scivolando tra la luna e i fuochi invadenti e cadono e si illuminano e prendono via via, se solo lo vuoi, le sembianze delle persone più care. I genitori che ti hanno lasciato un mattino ancora tanto vicino, gli amici che in silenzio se ne sono andati nel momento delle riflessioni, della condivisione delle scelte fatte, della quiete dell’età e dei ricordi forse evocati davanti ad un camino scoppiettante di braci d’autunno, quando la mente avrebbe iniziato il lento processo della memoria.
Ma qui ora, in questa notte di agosto, alti sopra un mare scintillante di sparse lampare, osserviamo filamenti di stelle che esplodono lontane ed avviano la spirale di una caduta senza fine. Allora attoniti avanziamo i sapori del cielo ed i messaggi che queste scie di meteore ci comunicano nelle loro esplosioni di luce. Così sono le stelle cadenti come angeli che si rincorrono in uno spazio infinito senza nuvole, come verità che cerchiamo nei risvolti del vento, e si toccano e fuggono via lasciandoci silenti ad osservare la sottile ombra splendente che per un attimo solca il cielo e trascina via pure i nostri pensieri, troppo veloce per i nostri occhi che vorrebbero esplorare i pianeti, per trovare risposta alla consueta immaginazione. Arrivano dal mare come i nostri pensieri, in questa notte di estate, solcano il cielo e ci illudono, nella loro caduta prolungata, di una quiete finalmente ritrovata. Ma è solo un attimo l’esplosione di molecole arroventate, filanti e improvvise.
Poi è subito buio, come il tempo delle stagioni prive di eccessi, delle notti vacanti anch’esse di bagliori o di balenii, a volte improvvisi, seppure tanto attesi.
Restiamo ora attoniti al ripetersi di questa antica cerimonia planetaria, un solo attimo che fugge e che ci affascina più delle promesse della sospirata stagione, più delle onde del mare africano e del suo odore di arance e che ci fa biasimare chi rimane invece ancora incapace di alzare lo sguardo al cielo, di porsi domande e meravigliarsi, ancora, di quelle stelle comete puntuali e benedette.
Alla fine ritroviamo le antiche domande che riporremo nelle capaci sacche del nostro viaggio a ritroso, insieme a quello che ci resta ormai di questa isola di sole e di vento, aggiungendo ancora un tassello al caleidoscopio delle nostre esistenze, nei colori che si intrecciano con le geometrie dei disegni inventati dal magnete.
Ma è solo un attimo, poi ci resta la magia di una notte che annuncia la fine di un’illusione, nel buio del cielo di san Lorenzo illuminato di luce nell’esplosione di stelle che ci ricordano, nel loro improvviso cercarsi, il mistero del creato e la grandezza di un “Panta-Creatore” che regola fatti, vite ed avvenimenti, insieme alla cosciente irrilevanza dei nostri affanni.
Questa notte ci faremo cullare dalla magia delle stelle cadenti, senza essere riusciti, neanche questa volta, a decifrare il mistero del cielo più alto e delle sue verità più nascoste, senza aver certo preteso di venire a capo di impossibili segreti planetari.
Eugenio Preta