Auguri, prefiche e Facebook
Tito Livio li avevi divisi equamente tra le famiglie più influenti: predire il futuro ed i comportamenti umani è stato sempre l’obiettivo principale delle caste dirigenti, cosi’ fin dalla notte dei tempi, àuguri e prefiche hanno presieduto al destino dell’umanità facendo ricorso incessante a tutti metodi possibili ed immaginabili per anticipare l’avvenire e imporre le volontà del potere.
Oggi con il progresso scientifico in atto, magie e oracoli hanno ceduto il passo ,a poco a poco, a procedimenti ritenuti, forse erroneamente però, più affidabili.
Ormai gli algoritmi e le formule matematiche hanno la missione di penetrare lo spirito dell’uomo e tentare di influenzarne le scelte vitali. Almeno questo è quello che media e correnti di pensiero tentano di farci credere.
E quale migliore esempio potremmo scegliere, tra i tanti, per cercare di illustrare questi lavaggi del cervello che ci vengono propinati quotidianamente, se non l’elezione controversa di Trump alla presidenza USA?
Con questo stato d’animo e armati delle virtù ‘ del cavaliere bianco, attualmente una certa stampa, nel caso specifico americano il Guardian e il New York Time , annuncia che milioni di utilizzatori di Face Book, si parla di cifre tra i 30 e i 50 milioni , sarebbero stati spiati durante l’ ultima campagna elettorale americana. Un teorema che lascia immaginare implicitamente che queste elezioni sarebbero state macchiate dai peggiori brogli. Arrivare poi ad insinuare il sospetto che in definitiva l’elezione di Trump sia stata illegale ci manca veramente poco, un piccolo seme di dubbio che molti media non perdono occasione di rinnovare.
Parliamo oggi della recente sospensione da parte di FaceBook della società Cambridge Analiyica, società privata di comunicazione strategica creata nel 2013 e specializzata in politica americana, accusata di aver raccolto senza il loro accordo preventivo, ,i dati personali di milioni di utilizzatori, . Il fine sarebbe stato, secondo la stampa accusatrice, quello di identificare le tematiche piu’ sensibili della campagna elettorale per fare eleggere proprio l’avversario di Hilary Clinton.
Anche per dare piu’ forza alle loro supposizioni, gli organi di stampa interessati fanno sapere nelle loro inchieste che la società Cambridge Analytica è conosciuta per aver prestato la sua opera, in occasione del referendum Brexit, a favore di Leave, il movimento che fece campagna per l’abbandono dell’UE.
E’ sempre molto seducente per i media cattivi perdenti e non scevri da parzialità voler seminare il dubbio nella vita politica di un paese governato da una cattiva persona, e Trump e Putin ne sanno qualcosa.
Ma al di là di fatti assolutamente verificati, c’è da porsi una domanda: i logiciel utilizzati dalle società specializzate nelle analisi e nella comunicazione degli exit pool , possono effettivamente essere in grado di influenzare il voto? e se si’ in quale misura? Ricordiamo la valenza che, in Italia, nel corso delle recenti elezioni politiche, la rete e la comunicazione hanno rivestito nelle attività politiche del Movimento 5 stelle, in pratica vero vincitore delle elezioni.
Nessuno può dare risposte definitive e dettagliate alle domande di cui sopra, cosi’ come nessuno può affermare senza tema di smentita che tali procedimenti, che certamente non sono nuovi – la caccia alle intenzioni di voto è sempre esistita- possano aver avuto una incidenza reale e effettiva sulla scella degli elettori.
Predire non significa influenzare. Di contro , la stessa domanda , lo stesso sospetto in materia di influenza elettorale meriterebbe di essere sollevato anche nei confronti di ben definiti media ufficiali. Giornali e canali televisivi non sembrano veramente esenti da qualsiasi appunto in materia di influenza elettorale e gli esempi lampanti di partigianeria sono sempre più frequenti.
Ma in definitiva, e senza più scusanti, non sarebbe più facile far passare gli elettori per imbecilli e soggetti manipolabili a volontà, piuttosto che fingere di interrogarli sulle ragioni delle loro scelte?
Eugenio Preta