In marcia verso l’ambiguità: la Francia ha scelto Macron
La Francia volutamente cinica e nascondendo i suoi problemi evidenti, ha parlato: Macron, 66 %, Le Pen 34 % e si è gettata in una nuovo corso politico senza piu’ quella sinistra tradizionale e quella destra classica che ne avevano strutturato per anni il paesaggio elettorale. .
Senza veramente crederci , la Francia si è disegnata un nuovo corso populista, passato spudoratamente come anti sistema , alla stregua della campagna elettorale che hanno condotto i due finalisti, ma soprattutto Jean Louis Melanchon, se guardiamo al risultato delle schede nulle o alle astensioni, il vero vincitore di questo confronto e il possibile ago della bilancio elettorale delle future legislative di giugno, altro che Le Pen!
Il populismo che si è confezionato su Macron per farlo ritenere il candidato effettivamente fuori del sistema fa solo ridere, e lo ha anche confessato Jacques Attali, il suo pigmalione insieme al perfido Hollande, definendolo il vero prodotto dello stesso sistema.
L’oligarchia della Borsa e della confindustria francese , non ritrovando piu’ un candidato come Alain Juppé, sconfitto alle primarie della destra, è riuscita ad estrarre dal suo vaso di pandora proprio Macron, dimostrandosi di un cinismo imbattibile quando sceglie di dover difendere i loro uomini e i suoi interessi.
Questo, la folla festosa , ieri sera sembra non averlo capito, ed ha accolto Macron, nuovo presidente della repubblica, senza rendersi conto della trappola in cui è caduta e dandogli carta bianca per esaudire proprio le aspirazioni dell’oligarchia dominante che , avvicinandosi al modello tedesco, vorrebbe costituire ora una larga coalizione “repubblicana” capace di contenere le spinte sempre piu’ minaccianti del populismo.
Cosi’, volendo semplicemente provare a cambiare l’aria, la coalizione delle potenze finanziarie internazionali , dei media, dei sindacati, del sistema politico in agonia ha portato al potere , nominato in verità perche’ non c’é stato confronto reale con Le Pen da quando lei, sospettosamente direi, ha “ciccato” il suo duello televisivo, il suo campione costruito in vitro , un vero colpo di stato politico- mediatico,
I francesi che si credono un popolo politico pensante, si sono dimostrati semplicemente una massa manipolata dai colpi del pensiero unico, un Paese che nonostante i suoi tanti disoccupati e i milioni di nuovi poveri, i suicidi degli agricoltori, la netta divisione in due del paese, gli attentati ed il terrorismo, non ha ancora deciso da che parte stare.
Le Pen ha sospettosamente gettato la spugna, ma i francesi delle classi medio -borghesi, quelli che ancora si sentivano al riparo, ben presto saranno colpiti dalle misure sociali che Macron ha in mente di attuare: il de profundis dello stato sociale.
Il comunitario predicato da Macron, il suo rifiuto della Nazione a vantaggio di un vassallaggio europeo che è il suo credo, la messa in discussione della tradizioni consolidate, della civilizzazione cristiana, i suoi pentimenti e le sue accuse di crimini contro l’umanità nei confronti della Francia , il senso di colpevolizzazione permanente, non possono restare senza seguito nello spirito dei francesi. La nuova visione di questo presidente fabbricato con il lego del nuovo ordine mondiale, bilderberg in testa, non puo’ restare il futuro dogma di quella Repubblica che pur aveva conosciuto il generale De Gaulle .
Ora si incrociano le dita per scongiurare sventure francesi che sarebbero sventure continentali, crisi finanziarie e fallimenti bancari che trascinerebbero non solo la Francia ma l’intero continente in un disastro peggiore della crisi dei subprimes del 2008, il tutto sempre nella speranza che i nuovi flussi migratori che occuperanno le nostre coste questa estate possano essere monitorati in modo da non aggiungere miserie ai nostri dolori.
Eugenio Preta