Il disastro del Monte dei Paschi di Siena
E’ sembrato sin dal primo momento che si volesse occultare la vera portata del disastro del MPS. Si è parlato di derivati e di obbligazioni truffa ai danni dei risparmiatori.
Importi ingenti sia chiaro, ma tutto sommato ridicoli dinanzi alla questione complessiva. Sembrava che con le operazioni di qualche furbetto che desse modo di falsare i conti si potesse esaurire l’immagine negativa e le responsabilità molto più di alto profilo di quella che può definirsi come la truffa del secolo.
E’ bene precisare che non si usano parole come “disastro”, “truffa del secolo” ed aggiungerei “grande imbroglio” per dar enfasi mediatica all’azione di qualche mariuolo.
L’enfasi è quella che va bene a buona parte della stampa e della tv italiana che, ad esempio, è stata per mesi su Fiorito, ma che è molto contenuta e prudente su questioni ben più pesanti: questioni che richiedono professionalità, organizzazione e coperture di alto livello. Non roba da mariuoli, ma da criminali incalliti.
Una truffa di 17 miliardi di Euro non ha uguali. Diciasettemiliardi di Euro è una cifra enorme. Solo un’enorme copertura politica, e non solo politica, poteva consentire questo grande imbroglio.
Andiamo con ordine.
Nel settembre del 2007 il Banco Santander, spagnolo, compra L’Antonveneta al costo di 6,6 miliardi di Euro. L’acquisto si rivela subito un pessimo affare. Non produce utili, perde fette di mercato, perde valore patrimoniale.
Santander scorpora da Antonveneta la sua partecipazione interbancaria del valore stimato di 1,6 miliardi di Euro e decide di sbarazzarsi di quella che sembra una pericolosa palla al piede. Se 6,6 miliardi è il costo d’acquisto, sottratti 1,6 miliardi di partecipazioni scorporate, Antonveneta per Santander ha un costo effettivo di acquisto di 5 miliardi di Euro.
MPS si offre di acquistare Antonveneta per 9,5 miliardi. Dopo solo pochi mesi dall’acquisto, Santander vende un bidone al doppio di quanto pagato. Antonveneta, però, ha accumulato 7,5 miliardi di euro di debiti. Vale a dire che MPS compra Antonveneta per 17 miliardi di Euro.
La stima del suo valore, invece, ammontava a soli 3 miliardi di Euro. MPS compra una banca, diciamo problematica, a quasi 6 volte il suo valore.
Solo un deficiente non si accorgerebbe che è la truffa del secolo. Solo un deficiente non porrebbe in parallelo il valore del MPS (stimato al tempo in 9 miliardi di Euro) con il costo di ciò che MPS acquistava (17 miliardi di Euro).
E per compare cosa? Una bancarella se rapportata a quella che era il terzo gruppo italiano.
Solo un deficiente o uno che sapeva ciò che faceva e che aveva motivo per farlo.
La Procura di Siena ci fa sapere, ora, che la spesa per l’acquisto di Antonveneta “al netto delle liquidità effettiva è pari ad Euro16.767.652.631,96”.
Bella scoperta! Sapevamo già far di conto.
Ma non è finita qui perché gli amministratori del Monte dei Paschi di Siena non avevano i soldi per comprare a quel costo la Banca Antonveneta. Per coprire la voragine che si era creata, e per mantenersi al comando della Banca, hanno iniziato a dar corso ad operazioni da trapezio circense a danno dei risparmiatori.
Alcuni amministratori, dato che erano in ballo, con la complicità di banche di affari e di funzionari interni, ne hanno approfittato per metterci qualcosa di proprio e per arricchirsi alle spalle di chi dava fiducia alla banca comprando i suoi prodotti finanziari.
A questa banca, per dar modo di risolvere i grossi problemi di liquidità, il Governo Monti all’inizio dell’anno ha concesso un prestito di 3,9 miliardi di euro, ricavati dalle tasse dei contribuenti italiani o, ancor meglio, sottraendoli alle famiglie che hanno pagato la stessa cifra per l’IMU sulla prima casa.
Così van le cose in Italia. Mps l’aveva fatto già con Banca 121.
A proposito quando va tutto in prescrizione?
Vito Schepisi