Il Consiglio dell’Abate Vella: Un Gelido Natale
Che Natale rigido per gli italiani, accerchiati da un branco di lupi famelici intenti a salvare le loro ignobili posizioni di rendita.
Banchieri, assicuratori, qualche rimasuglio dell’apparato produttivo del paese (quel poco che rimane), la Chiesa Cattolica [1] (con il suo braccino politico UDC) e persino Berlusconi: tutti a sostenere il candidato unico Monti, un candidato additato di solito come rappresentante dell’alta finanza anglosassone o della burocrazia europea, o di fumosi e poco precisati ambienti massonici.
Accuse che piacciono tanto agli italiani, specialisti del complotto e della susseguente dietrologia, ma
che in fondo lasciano parecchie cose non dette: le meno piacevoli, quelle che neanche un BluNotte di
Lucarelli riuscirebbe a rendere avvincenti per lo spettatore medio.
Giulio Tremonti su Il Sole 24 Ore [2] la mette così:
“Secondo Tremonti c’è un interesse preciso sull’Italia da parte dell’Europa: “L’Italia viene usata come un bancomat per coprire i vuoti di bilancio fatti tra banche e Stati della Germania, della Francia,
dell’Olanda, dei Paesi del nord. I Paesi molto più in crisi di noi, la Spagna, la Grecia, l’Irlanda e il
Portogallo hanno delle posizioni di debito che sono a rischio per chi è in credito, perché tutto è
collegato. Il meccanismo per tappare quel buco viene configurato come ‘salva Stati’, e allora uno dice
‘c’è un meccanismo salva Stati che serve per salvare i greci, gli spagnoli, quei popoli e quei Paesi’, in
realtà è solo un salva banche, ma le banche tedesche e francesi che gli han dato i soldi. La Germania e
la Francia hanno un buco devastante e più grande del nostro, non vedo perché noi dovremmo pagare
per il loro buco di bilancio. La ragione per cui vogliono questa politica è questa e tra l’altro hanno
tutti un enorme interesse a condizionarci”.
Il piagnisteo neo-meridionalista di Tremonti risuona sin troppo vero: Monti per Tremonti (scusate il
gioco parole) è il coacervo di precisi interessi stranieri impegnati a dividersi le spoglie della “fu”
Nazione Italiana, con quei crumiri detentori di posizioni di rendita già ricordati sopra pronti a stendere i
tappeti rossi all’invasore pur di rimanere aggrappati al malloppo.
Cosa succederà dopo che quelle misere (misere per modo di dire, come spiegato sotto) spoglie saranno
tratte ai dadi possiamo bene immaginarlo: dovesse l’Europa rimanere unita, il nord sarà
“meridionalizzato” con metodi che qui in Sicilia conosciamo benissimo. Dovesse l’Europa sciogliersi,
finito di succhiare i vampiri lasceranno il guscio vuoto cadere a terra per frantumarsi in mille pezzettini
(tutti gli staterelli che componevano il nord sino all’unificazione).
Visto da Sud viene anche un pò da ridere a pensare che ci sono voluti 150 anni ai vari Tremonti di turno
per capire come funzionassero le cose. Malignamente verrebbe da pensare che fino a quando le cose
giravano a favore di questi vari Tremonti, il meccanismo descritto sopra andava benissimo e tutti zitti a
gozzovigliare sui resti del Regno di Sicilia.
La similitudine risuona ancora più eclatante leggendo i commenti di Ambrose Evans-Pritchard sul
britannico Telegraph [3]. L’articolo vale la pena di leggerselo tutto, ma riporto qui solo l’incipit
dedicato ai nostri risparmi:
“La nazione [italiana] per capita è più ricca della Germania, con circa 9 milioni di miliardi di
ricchezza privata. Il bilancio ha il più grande avanzo primario dell’intero blocco del G7” .
Queste due righe, unite alle parole di Tremonti, permettono di intravedere le reali motivazioni dietro la
“lotta all’evasione” ed alle varie patrimoniali [4] e non possono non riportare alla mente le famigerate
“Guarentigie”, pensate all’indomani dell’Unità per fare uscire allo scoperto in Sicilia l’immensa
ricchezza privata [5].
In questa situazione come dovrebbero comportarsi i Siciliani ed i meridionali tutti? Qualunque cosa si
voglia dire o fare a riguardo direi che abbiano ben poca scelta: in fondo anche Grillo appoggia Monti (e
lo straniero) senza rendersene conto. La sua funzione è quella di far credere che ci sia un’opposizione a dare quell’aurea di validità a delle elezioni che in realtà non ci saranno in quella che è già diventata a
tutti gli effetti una Repubblica Cleptocratica.
E se dovesse accadere l’imponderabile, vedrete quanto facilmente si venderanno i suoi adepti.
Gli italiani hanno una sola, flebile, via di scampo: la rinunzia-denunzia “esplicita” al voto ed alla
democrazia, ma in modo ancora più massiccio di come hanno appena fatto i siciliani. Percentuali di
voto inferiori al 40% creerebbero un tale vuoto di potere da rendere possibile qualunque tipo di svolta.
Ma qui gli scenari diventano molto più complessi e prima di discuterne bisognerebbe capire quanto sia
credibile una tale presa di posizione da parte degli italiani: credete che Monti, insieme ai suoi sponsor
stranieri ed ai crumiri italiani, non si sia già fatto questi conti ancora prima di rassegnare le dimissioni?
Abate Vella
Note:
[1] Si veda a riguardo l’articolo scritto da Papa Benedetto XVI per il Financial Times che inizia con il
famoso detto “Dai a Cesare quel che è di Cesare” (A time for Christians to engage with the world, 20
dicembre 2012). O meglio: “Italiano paga le tasse e porgi l’altra guancia”.
[2] Giulio Tremonti a 24 Mattino ‘L’agenda Monti programma da agenzia di pompe funebri’, Radio 24
14 dicembre 2012 (http://www.radio24.ilsole24ore.com/).
[3] Mario Monti’s exit is only way to save Italy, The Telegraph 10 dicembre 2012
(http://www.telegraph.co.uk/).
[4] Chissà perchè il Monti fa della lotta all’evasione una priorità, ma non della lotta alla criminalità
organizzata in questo modo dimenticandosi degli immensi fiumi di denari che secondo le statistiche
scorrono lungo queste vie. Tra i due “sommersi” vi è una profonda differenza, in quanto il risparmio
privato degli italiani rimane in loco, spesso immobilizzato in case, gioielli, argenteria, o persino del
debito pubblico. Al contrario, quello dei proventi illeciti in un modo o nell’altro finisce sempre per
essere riciclato all’interno del sistema finanziario globale. Conflitto di interessi?
[5] Anche il metodo del “corso forzoso” potrebbe essere riadattato a breve (per la seconda volta,in
verità: in fondo il cambio con l’Euro dopo aver imposto la svalutazione della Lira potrebbe essere visto
anch’esso come un “corso forzoso”): nel 2013 delle nuove banconote entreranno in circolazione mentre
quelle vecchie dopo un periodo di circolazione congiunta potranno essere cambiate solo in banca: chi
tiene i soldi sotto la mattonella è avvisato.