Ai tanti Sicilianisti “duri e puri”

Ai Sicilianisti/Indipendentisti/Nazionalisti più puri del diamante e più inutili della …., possiamo e dobbiamo dire che siamo orgogliosi di non voler avere nulla a che fare con loro e che li consideriamo un vero peso per la causa siciliana.

Dediti per lo più all’onanismo politico, sono incapaci di presentare una lista quando serve, capaci di allearsi con i partiti italiani quando non serve, e nei ritagli di tempo a passeggiare su facebook prendendosela con questo e con quello.

Il bersaglio di oggi (perché ci vuole sempre un bersaglio, sennò, che noia…) è il Prof. Massimo Costa, che abbiamo avuto l’onore di avere avuto candidato alle comunali del 2007 e che conosciamo bene. Andava bene fino a che era “ecumenico”.

Pare che qualche giorno fa, in una delle solite inutili riunioni di “sicilianisti”, tra chi ribadiva la fedeltà a questo o a quello, abbia dato la sua valutazione politica, considerando questo momento un momento inutile per le semplici testimonianze, quando già il governo dell’usuraio Monti ha la salivazione, pregustando il pasto della Sicilia. Pare che abbia detto che, se proprio si deve fare testimonianza, che almeno questi movimenti e movimentini facessero tutti un passo indietro ed esprimessero almeno un candidato unico. Apriti cielo: è diventato un collaborazionista di Micciché e un traditore.

E basta! Ci avete stufato! Ma vi siete pesati? Vi siete guardati allo specchio? Ma dove volete arrivare? Non avete il senso della storia e del momento che stiamo realmente attraversando e forse non avete il senso del ridicolo.

Noi possiamo dirlo. Abbiamo fatto parte come tanti altri, generosamente, dello schieramento di Noi Siciliani con un nostro candidato già nel 1996. Ci siamo presentati nella circoscrizione Europa due volte, nel 2006 e nel 2008, ottenendo risultati di tutto rispetto. Abbiamo fatto, proprio con Costa, la nostra testimonianza pura alle comunali di Palermo del 2007. Ma ogni confronto è improponibile. Allora c’erano solo i due schieramenti “italiani”: centro-destra e centro-sinistra. Gli autonomisti dell’MPA erano sotto la gonnella di Forza Italia e sotto Cammarata. I Sicilianisti “duri e puri” di oggi, erano allineati e coperti o con Cammarata o con Orlando. Non dovevamo dare ai palermitani un’alternativa siciliana?

Oggi è diverso. C’è – piaccia o no – uno schieramento autonomista che ha ammesso pubblicamente le proprie responsabilità del passato, che ha rotto i ponti con gli schieramenti nazionali, che si sta impegnando formalmente a difendere lo Statuto, e che, unico, ha la possibilità di inserirsi fra questi come una zeppa impedendo la definitiva conquista della Sicilia ai poteri forti. Siamo in guerra e in guerra ci si schiera, non si resta neutrali e non si dichiara, da formiche, la guerra solitaria a tutti gli elefanti che combattono senza che neanche gli elefanti se ne accorgano.

Si può non essere d’accordo con questa diagnosi, ma non è consentito a nessuno dare del vile a chi ha dimostrato, come Costa, ad ogni occasione, di avere la spina dorsale diritta, di non essersi mai venduto, di avere dimostrato, con la sua testardaggine, il suo eroismo, un vero modello di intellettuale impegnato per la Sicilia.

Non è abbastanza indipendentista? Non siamo abbastanza indipendentisti? In politica ci vuole realismo e intelligenza. Se le rivendicazioni indipendentiste sono fatte fine a se stesse, l’intransigenza inconcludente si riduce ad inefficacia e quindi a cretinaggine. Non ci pare abbastanza indipendentista? Ma se è l’unico che ha predicato l’unica vera indipendenza che oggi ci serve: quella dall’Unione Europea!

Noi non abbiamo accordi con il Partito dei Siciliani, con Grande Sud e con questo “autonomismo di governo”, che ha molte, moltissime cose da farsi perdonare ancora dai Siciliani. Ma rinnoviamo la nostra amicizia e fiducia al fratello Massimo Costa e ci convinciamo della bontà della sua analisi.

Se questo schieramento sarà convincente e conseguente, sarà l’inizio della liberazione della Sicilia. Alle politiche potremo condizionare la politica nazionale e i Siciliani all’estero potranno fare la loro parte, decisiva.

Ai “duri e puri” manderemo un telegramma quando la Sicilia, al termine di questo processo, sarà libera e indipendente. Nonostante loro.

Ufficio Stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo