Cav. d’Orleans [di Pietrangelo Buttafuoco – Il Foglio]
Caro Cav, ci dica se non vale la pena di buttarsi in Sicilia
Caro Cavaliere la Sicilia è persa. E non solo dal punto di vista elettorale.
E’ persa su tutto.
Non c’è più la Riserva dello Zingaro, non c’è più Bellolampo – la più bella discarica con le smaglianti fetenzie della città di Palermo – non ci sono soldi, non c’è lavoro e non c’è l’anti mafia. Non c’è più, infatti, il dottore Antonio Ingroia ormai traslocato in Guatemala. E’ andato a combattere i veri criminali e non gli squagliacquazzina di Sicilia che – sia detto per inciso – non riescono ad essere mafia perché, caro Cavaliere, anche l’Onorata società non è più quella di una volta.
Per non parlare della regione, caro e dolcissimo Cavaliere. Ecco, non c’è. E non c’è manco il parlamento, l’Assemblea Regionale Siciliana. E non c’è perché il governo non c’è più al punto che non si può più convocare neppure il parlamento per gli auguri di ferragosto a Sala d’Ercole.
La Sicilia, Cavaliere illustrissimo, è persa su tutto e l’unico che è rimasto, acquattato, tra le fronde del suo agrumeto, è Lombardo che si sarà pure dimesso (furbo, lui) ma tiene al laccio tutti i cani, pronti a farne muta del suo invincibile bracconaggio.