Feltri sulla mafia: ”E’ un affare siciliano”
Due terzi degli italiani sono onesti il resto, si deduce, cioè 20 milioni di cittadini, sono mafiosi…
Siamo giunti alla paranoia. Ma Feltri Vittorio, questa volta è andato oltre ed è difficile non prendere posizione su quanto da lui affermato con incredibile leggerezza ed ignoranza totale della realtà siciliana e meridionale.
Il titolo dell’articolo di Feltri è, di per se, eloquente del malanimo del giornalista verso il meridione d’Italia che gli ha dato, forse questo Feltri non lo sa, i fondamentali della lingua con cui si esprime. Fu il “volgare”, quel popolo di mafiosi così sembra essere definito da Feltri, a dare a Dante e quindi a lui, la lingua che viene definita “italiana”.
Il titolo: Che barba la mafia. È solo “cosa loro”. È un fenomeno antico che riguarda soprattutto il Sud. Continuare a parlarne scredita tutto il Paese, è offensivo, fuorviante e farebbe emergere un comportamento fortemente razzista del giornalista.
Leggendo le parole di Feltri, ci sono venuti in mente gli scritti e gli studi “deviati” da concetti antimeridionalisti e razzisti, di quel signore, l’illustre Lombroso, che definì strutturale l’indole meridionale al banditismo.
Esempio che calza a pennello su quanto Feltri scrive. Ma fosse solo questo…
Tra le sue tante supponenti affermazioni, Feltri scrive “… Ancora più crudelmente: se questo è un affare siciliano, se lo grattino i siciliani. Ma grattino forte. Un quarto di secolo fa, il sindaco di Palermo era Leoluca Orlando, critico aspro di Giovanni Falcone, ammazzato dalla mafia. Oggi il sindaco di Palermo è ancora Leoluca Orlando: eletto dai palermitani. Ma allora, si può sapere che vogliono i siciliani da noi? Vogliono lo status quo?”.
Non stiamo qui a scrivere che la mafia è stata importata da Garibaldi, o che, ma questa è storia, sia stato un bel regalo degli americani che per ringraziare i boss hanno nominato reggenti di paesi e città mafiosi illustri e sconosciuti.
Non stiamo neanche a ricordare a Feltri che il “nord” onesto e lavoratore, indenne dal sistema mafioso, si è sviluppato sfruttando i territori meridionali e la stessa mafia ha finanziato, e continua a finanziare, sia opere pubbliche che private ricavandone ingenti guadagni regolarmente “lavati” e riciclati da personaggi che nulla avrebbero a che fare con la criminalità organizzata… ufficialmente.
E’ difficile rispondere a Feltri non tanto per mancanza di argomenti, quanto per le assurdità da lui scritte su un giornale a tiratura “nazionale”.
Non è parlando di mafia che si porta discredito al “paese” onesto e lavoratore, è tutto il sistema istituzionale che porta discredito all’Italia, è quel sistema di connivenze e collusione istituzioni affari che regna nel centro nord dello stivale.
La Sicilia caro Feltri, ha cinque milioni di abitanti, onesti e lavoratori, a cui, gente del nord ha tolto la possibilità di gestire le proprie ricchezze utilizzate, dallo stato “centrale”, per finanziare il nord.
Alla Sicilia restano i problemi quale il marchio di regione mafiosa, il cancro delle raffinerie per garantire carburante ed elettricità all’Italia continentale, il sottosviluppo infrastrutturale che è stato causato dal preminente interesse di garantire moderne strutture al nord laborioso ed onesto, ed infine, la monarchia dei partiti, imposta con norme varate da uomini del nord con leggi elettorali che non permettono al cittadino di scegliere i propri rappresentanti.
Caro Feltri, si guardi bene intorno. Si accorgerà che il marcio italiano non è la Sicilia che peraltro sarebbe felice di staccarsi dall’Italia.
Ricorderà che la Sicilia è stata l’unica regione italiana che ha armato un proprio esercito di liberazione e che la “sua” Italia onesta e laboriosa ha mandato l’esercito per reprimere la guerra di liberazione uccidendo civili inermi… basti ricordare l’eccidio di stato, ancora impunito, della strage di Via Maqueda a Palermo…
Caro Feltri, si guardi intorno e si accorgerà che sulla Sicilia i suoi amici del nord vorrebbero continuare a mettere le mani per portarla, questa volta si che si può dire, alla distruzione totale, sociale, econimica e culturale.
Ma grazie comunque signor Feltri, lei ci ha dato un motivo in più per continuare a chiedere la secessione dall’Italia.
L’Altra Sicilia – Antudo