Democrazia: siamo ai comici
Certo che siamo veramente messi male se abbiamo dovuto fare ricorso ad un movimento messo su ad urlate da un comico per orientarci nel labirinto che è ormai divenuta la politica. Non so effettivamente dire se si tratti di protesta, di sfiducia o di mancanza di offerta, ma, fatto sta che il M5S è riuscito nella sua sfida al sistema bipolare (con frange) e prepotentemente si è consacrato come soggetto politico, legittimato democraticamente dal consenso, con cui doversi ora confrontare.
Grazie al Comunista del Colle, che sembra oggi aver fatto male i suoi calcoli, una supponente accozzaglia di interessi particolari, (altrimenti perchè una legge che nomina e non elegge candidati?) Frattini e Alemanno, ad esempio, La Russa e Cicchitto e le vecchie ideologie resuscitate dal signore delle televisioni che ha mutuato una classe politica dalla sua casta Mediaset, è stata messa da parte senza crisi né sfiducia e, nonostante fosse maggioranza di governo consacrata dal responso delle urne, lasciata senza voce come scaldasedie.
Ora noi vogliamo chiederci: in democrazia, conta qualcosa la scelta del popolo? (poi il popolo sceglie come vuole…)
Siamo democratici o non lo siamo? Se sì, forse ci siamo sbagliati, e tra le forme di governo forse la democrazia è proprio l’ideale? Alla luce di quanto avvenuto Napolitano è democratico? perchè allora ha concesso ad un grigio signore (un altro vecchio, e sono tre con lui e il berlusca) di impadronirsi del potere? E, cosa ancora più grave, di gestirlo senza le garanzie che il controllo operato dalle Camere, quindi dagli eletti dei cittadini, avrebbe consentito?
Con la scusa della crisi, Monti & Co si sono indirizzati come arpie, non contro le potenze finanziarie né contro le banche strozzine o le multinazionali del consumo, ma contro i salari dei pensionati, degli impiegati, dei cassaintegrati e nessuno in grado di stopparli, di difendere la gente. E questa è democrazia?
Poi ci si chiede la ragione del successo M5S. Lasciato senza difese il cittadino ha cercato tra le offerte elettorali disponibili e, assetato della novità, come lo fu al tempo del Berlusca, non si è fatto incantare da Di Pietro o peggio da Storace o dalle offerte di vecchio nascoste dalle liste civiche, ma ha scelto Grillo, affascinato dagli sproloqui senza costrutto ma di sicuro impatto demagogico del comico…
La politica è diventata così una comica, e la dice lunga sui tipi che la rappresentano, come il nuovo sindaco di Parma disposto pure a rinnegare il suo mentore, tanto ormai è stato eletto, e convinto di essere stato chiamato a dirigere quella povera città per sue virtù finalmente riconosciute dal consesso cittadino…
Cosa comica come a Palermo dove, Leoluca Cascio Orlando, sottolineo il doppio cognome, il nuovo che avanza, ha fatto incetta di voti… I siciliani sembrava aspettassero proprio lui. Non mi si dica poi che i siciliani vogliono cambiare….e non si accusi L’Altra Sicilia, ad esempio, del flop di Dragotto, come con poca classe dallo stesso dichiarato nel suo sito.
Ma non possiamo dare le colpe ai cittadini. Nel marasma della politica che non riesce a capire la gente o peggio che la gente la prende per il naso come ha fatto la Lega con le paghette del Trota o i diamanti o i fondi ugandesi di Belsito, o come ha fatto Lusi, prima Margherita poi PD, con Rutelli e Bianco poi con Letta nipote, Bindi e compagni, come la spocchia che continua a spacciare per dote politica il Fini e il suo decotto FLI bocchiniano, con Formigoni e i suoi CL in ferie esotiche pagate dal cittadino, come si può essere tanto trinarricciuti da non pensare che i cittadini queste cose le ricordano e al momento venuto poi ne chiedano conto?
Come si può pensare di presentarsi alle gente così e poi essere derisi e cacciati… a risate?
Purtroppo con le intelligenze che troviamo in giro temiamo però che Grillo sia da esempio e che ormai essere comici sarà considerata una novità politica e fare ridere la condizione per fare politica e, domani governare questo povero Paese.
Eugenio Preta