Non aspettiamo nessuno
Siamo in pieno periodo di campagna eletttorale per le elezioni amministrative di Palermo dove L’ALTRA SICILIA scende di nuovo in lizza in prima persona, come due anni or sono quando, povera di mezzi ma piena di idee, aveva deciso di presentare una sua lista alle elezioni politiche nella circoscrizione Europa fidandosi di quanti, a parole, le avevano dimostrato la loro simpatia ma poi, nei fatti, si erano ritirati.
Come giustificativo è pure vero pero’ che, per la seconda volta, l’attuazione della legge per il voto all’estero, mal concepita e male organizzata a monte, aveva originato mille imbrogli a valle.
Come dimenticare infatti la vicenda Di Girolamo e la sua (da noi) tanto auspicata “gettata in galera”, la vicenda di quanti, pur non vivendo all’estero, sono stati eletti proprio all’estero presentando residenze fittizie e, nei fatti, lasciando le comunità emigrate (che non potevano conoscere), nell’abbandono assoluto, le schede comprate, le schede scrutinate anche se di colore differente da quelle ufficiali, gli indirizzi doppi e fasulli, l’AIRE non aggiornata per tempo, le rincorse per iscriversi in extremis, il recapito delle buste elettorali fatto per posta semplice come un normale depliant pubblicitario, tutte disfunzioni che hanno fatto di quella legge un obbrobrio giuridico che si presta ad incredibili manipolazioni.
All’estero solo gli addetti ai lavori, il 30%, manipola a proprio piacimento gli eventi politici a fronte della grande maggioranza delle comunità emigrate che rifiuta il gioco menato da quei pochi e decide piuttosto un’assimilazione ignava nella società forestiera in cui vive: una grande comunità di connazionali che altrimenti si sentirebbe invece integrata, portando in quella società i suoi valori condivisi, le sue tradizioni, il suo orgoglio nazionale e la sua lingua, se solo riuscisse a stimare e si sentisse rappresentata dagli “agit-pop” dell’emigrazione, i personaggi che attraverso partiti, giornali , Comites e CGIE, muovono appunto il 30% della comunità emigrata e determinano poi i casi Di Girolamo o altri che oggi cercano fortuna da un partito all’altro.
Preambolo forse lungo ma necessario per ricordare l’impegno de L’ALTRA SICILIA, nonostante tante ostilità, all’estero, nel mondo dell’emigrazione e in Sicilia, nella battaglia per l’attuazione dello statuto di Autonomia, per ricostruire l’orgoglio dell’appartenenza e la dignità dell’identità siciliana.
Oggi possiamo dire che l’impegno de L’ALTRA SICILIA nella lista del Movimento Impresa Palermo con Tommaso Dragotto Sindaco è cosa fatta.
Andiamo quindi a rappresentare le comunità palermitane all’estero, al di là dei partiti tradizionali di ispirazione romana e vogliamo portare in Comune le esigenze e le richieste dei palermitani che vivono all’estero.
Abbiamo, voi lo sapete, una serie di idee che Dragotto si è impegnato ad attuare se diventerà Sindaco e portiamo in primo piano la richiesta, se non indipendentista, di attuazione dell’Autonomia siciliana come volano per sviluppo e crescita economica.
Non aspettiamo nessuno per questo ma, alla luce della decisione dell’ultima ora di afffidare al nostro candidato Francesco Paolo Catania l’Assessorato alla Diaspora siciliana e all’attuazione dello Statuto, siamo orgogliosi e pensiamo forse di ripagarci dalle tante amarezze sopportate sempre con la sicurezza pero’ di essere dalla parte della ragione e della verità.
Pensateci , siciliani della diaspora: diventare noi e voi de L’ALTRA SICILIA, Assessori nella giunta Dragotto, senza aspettare nessuno, vorrebbe dire che i siciliani avrebbero dei difensori decisi e convinti di creare le condizioni ideali, cominciando da Palermo, per iniziare la rinascita, per inventare posti di lavoro, possibilità di occupazione in Sicilia stessa, vanificando finalmente il voto di scambio, gli accordi elettorali mafiosi, il precariato che, stiamo vedendo, anche queste elezioni sta fomentando, bloccando il continuo flusso di emigrazione specialmente dei giovani verso il continente consentendo loro, e a tutti i siciliani, di essere orgogliosi e convinti di avere finalmente in Sicilia, nel luogo in cui sono nati, le possibilità di esistenza, lavoro e crescita morale e materiale, come viene normalmente consentito nei paesi, dove libertà, senso della verità ed orgoglio identitario sono valori quotidiani ed automatici.
Eugenio Preta