I teoremi di Gedeone

La politica non sta bene, ma neanche la magistratura gode di buona salute, nonostante giornali e televisioni si riempiano ogni giorno di sporcizie e gossip attribuite solo a qualcuno che, in quanto presidente del governo di un intero Paese, dovrebbe essere al di sopra di ogni discussione, ma soprattutto dovrebbe esimersi da ogni comportamento non consono alla carica che occupa, non per capriccio suo, ma perché milioni di italiani hanno così stabilito.

Pattume che esce da migliaia di intercettazioni, vere o presunte molte, forse, non ipotizzabili a reato, ma costringono anche noi, a cui interesserebbe piuttosto un rapporto privilegiato con un Presidente serio per discutere di autonomia e contrattare l’indipendenza della Sicilia, a storcere il naso ed interrogarci sulla vicenda cercando comunque i distinguo necessari a stabilire la verità.

Noi de L’ALTRA SICILIA non ci lasciamo convincere, pur con la distanza che abbiamo sempre preso dal personaggio Berlusconi e dal sistema che è stato capace di mettere in circolo, ma il panorama politico è avvelenato non soltanto per il gossip di Berlusconi ma per il sospetto di un uso politico della giustizia e per gli affari della casta, pronta a dettare le linee di una manovra che penalizza la povera gente e solerte nel chiudersi a riccio, senza distinzione di partito, quando si immagina di abbassarne le guarentigie e, soprattutto gli stipendi .

Ma se la politica fa a cazzotti con la magistratura, non è che quest’ultima sia proprio messa bene. Non ci lascia tranquilli il fatto che berlusca sia intercettato per milioni di nostri soldi e Penati, il campo avverso, ad esempio, passi nel dimenticatoio e al silenziatore per un reato che è gravissimo e sinonimo di un malaffare politico che si perpetua, chiunque governi. Magistratura che, purtroppo, non sembra perlomeno al di sopra di ogni sospetto; Berlusca governa e magistratura, insieme ai poteri forti disturbati, cerca in ogni modo di abbatterlo e poi tornare al potere. Magistratura che oggi non pare sinonimo di trasparenza.

Pensiamo ad esempio alla vicenda dei fratelli Lombardo, uno Ministro – presidente della Regione Siciliana, l’altro peones del Parlamento italiano. Ebbene, è notizia di qualche giorno fa della derubricazione del reato contestato ai due fratelli, passato da reato di mafia, concorso in associazione mafiosa a reato semplicemente elettorale, e vogliamo sottolineare il semplicemente.

Derubricare un reato significa valutare in maniera grave lo stesso reato che, tuttavia sempre reato resta e, secondo noi, è ancora più grave del concorso in associazione mafiosa, perché ci hanno insegnato che associati con mafia lo sono tutti gli eletti, ma il reato elettorale significa voto di scambio, significa effetto della causa mafiosa, cioè il marciume che da anni colpisce la politica e che oggi accusa i Lombardo di aver comprato i voti per fare oggi il Presidente l’uno e il deputato l’altro e scusate se è poco.

Non c’é da scherzare, ma ci preoccupa il fatto che il reato sia considerato “solo”, dicono i media, reato elettorale, voto di scambio diciamo noi, quindi sempre reato che, con un marchingegno il procuratore capo Patané riesce ad evitarne il processo, spegnere le iene che ne chiedevano la testa e lo rinvia direttamente al giudizio.

Evita il processo? E poi possiamo meravigliarci del bunga , bunga di Berlusconi? Il Presidente Lombardo, un Presidente, il Ministro – presidente dello Stato regionale di Sicilia (Regione siciliana) evita il processo per associazione mafiosa e questo reato arriva ad essere derubricato in voto di scambio, nonostante tutto questo faccia a pugni invece con la richiesta addirittura d’arresto avanzata dai pubblici ministeri e noi siciliani dovremmo festeggiare? Pero’ Patané è giudice integro ed ha affidato il procedimento al sostituto Zurlando che, guarda caso è il marito di Rita Cinquegrana, sovrintendente del teatro massimo di Catania, nominata da… Lombardo. Anche per questo Magistratura e Politica coincidono nella considerazione della gente, tanto più che proprio in Sicilia, a Messina, c’è l’unico procuratore generale indagato per mafia.

I ros di Reggio Calabria, infatti, hanno rinviato agli uffici della procura di Messina gli atti giudiziari a carico di innominati magistrati nell’ambito di un’indagine per concorso in associazione mafiosa, dopo la confessione di un collaboratore di giustizia e dopo che un pentito ha accusato il giudice Cassata, procuratore generale di Messina e presidente del circolo culturale di Barcellona Pozzo di Gotto Corda Fratres.
Lasciamo ai cronisti l’arte di costruire la notizia chiudendo il cerchio mafioso barcellonese, a noi de L’ALTRA SICILIA il compito di informare i siciliani e costringerli a meditare e a chiudere per sempre la stagione di malapolitica e malagiustizia, il teorema di Gedeone, che la Sicilia non merita almeno fino… alle prossime elezioni.

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo