Una catena simbolica al sindaco contro la speculazione ecomafiosa di Ginostra
Bruxelles, 4 maggio 2000
“L’Altra Sicilia” porta per l’ennesima volta in risalto la vicenda di Ginostra, dove 30 famiglie, sono costrette a vivere una vera e propria lenta agonia nel borgo in cui hanno scelto di vivere per anticiparsi il Paradiso, private come sono di elettricità, di porto, e dello stesso pane quotidiano, proprio per l’incapacità dimostrata dai politicanti di risolvere i problemi dell’isola, determinati tra l’altro dall’applicazione di una direttiva comunitaria sul trasporto delle derrate alimentari, che impedisce di fatto ogni approvvigionamento.
“L’Altra Sicilia” ha portato davanti alle istanze comunitarie il problema di Ginostra e la risposta del commissario Byrne, incaricato della politica sanitaria e della tutela dei consumatori ha confermato l’atroce sospetto: l’abbandono di Ginostra sistematicamente studiato a tavolino, proprio per smembrare la frazione di Stromboli, esiliare le famiglie che vi vivono e consegnare il borgo alla speculazione ecomafiosa e disporre così di un’oasi naturale da vendere ai turisti a prezzi inimmaginabili.
Quelle trenta famiglie ora passano alle vie di fatto. Accompagnate da un rappresentante dellassociazione, l’eoliano Adriano Longo, Renato Orlando e Giorgio Calarco, dopo essersi incatenati davanti al Municipio, consegneranno al sindaco una simbolica catena per associarlo finalmente alla loro vibrante protesta.
Eugenio Preta, Francesco Paolo Catania, Ivan Bertuccio, Piero Rizza