SULLE PANZANE RACCONTATE AI SICILIANI a proposito DEL PONTE SULLO STRETTO

In questo momento si parla molto della decisione presa dal governo italiano di costruire il ponte sullo Stretto di Messina.
Questa è una decisione che coinvolge interessi materiali ed interessi morali della Sicilia.
Tutti i giornali, compresi purtroppo quelli siciliani, hanno scritto dei consensi quasi unanimi alla costruzione dei ponte, hanno parlato soltanto di qualche sporadica perplessità dei Verdi, hanno ignorato l’opposizione dei sicilianisti.

Le due coalizioni, di centro-destra e di centro_sinistra, che vi sono in Italia, così violentemente
contrapposte su tanti problemi, per il ponte sullo Stretto sono concordi: il ponte si deve fare ed anche in fretta.
Io penso che i motivi di questa unanimità siano due: uno è il grosso interesse delle industrie settentrionali ad entrare nel grande affare della costruzione del ponte, l’altro è che la Sicilia,“grazie” al ponte, potrebbe comunicare con l’Europa e con il mondo solo attraverso la mediazione italiana, e da Isola al centro del mediterraneo si trasformerebbe in una appendice periferica della penisola
italiana.
Ed allora, come ad un segnale convenuto, tutte le fonti di informazione hanno cominciato a parlare della incontenibile gioia dei Siciliani alla notizia che il ponte sarà costruito, e del poderoso rilancio economico che ne verrà alla Sicilia.
Stupisce la disinvoltura con la quale i propagandisti del ponte raccontino grosse panzane per turlupinare gli eventuali gonzi da imbrogliare.
Io non parlerò dello scempio ambientale. deilcrollo della economia messinese legata al traghettamento (forse questo sarebbe l’unico caso di grandi somme di denaro spese per incrementare la disoccupazione), della città di Messina privata di ogni funzione e ridotta ad essere un ramo secco, ma mi limiterò a parlare delle “panzane”.

La prima è che la Sicilia, grazie al ponte, diventerà a sua volta un “ponte” dall’Africa all’Europa.
Quindi, secondo i propagandisti del ponte, un tunisino diretto in Germania, mentre ora prende un aereo per la Germania, scavalcando così la Sicilia, con il ponte sullo Stretto si imbarcherà su un
aereo per la Sicilia, dove prenderà a nolo una macchina per proseguire il viaggio per la Germania.

La seconda panzana è che, grazie al ponte, la Sicilia avrà un grande avvenire economico e sarà messa in contatto con l’Europa.
Il grande avvenire economico sarà assicurato dall’interscambio fra Sicilia e Calabria, cioè da centinaia di camion che ogni giorno dalla Calabria porteranno in Sicilia olive calabresi, mentre altre centinaia di
camion dalla Sicilia porteranno in Calabria olive siciliane. Questo vorticoso giro di olive porterà ricchezza a tutti: ai Siciliani ed ai Calabresi!
E andiamo al contatto con l’Europa.
Facciamo l’ipotesi di un tir carico di merci che da Palermo debba andare in Spagna. a Barcellona. Il nostro autista parte da Palermo e, attraverso alcune inter-uzioni dell’autostrada e dopo varie peripezie,
arriva a Messina. A Messina trova il ponte che, avendo varie corsie, gli permette il rapido attraversamento dello Stretto. Arrivato in Calabria, però, la festa finisce e deve prendere l’autostrada per Salerno, che pare che non sia fra le migliori d’Europa. Egli, così, attraversa la Calabria, la Campania, il Lazio, l’Italia centrale e, ad un certo punto, è preso da una irrefrenabile gioia: vede davanti a sè la Terra Promessa: la Padania.
Entrato in Padania, dopo una breve sosta per baciare la Terra Promessa, riparte, ma dopo un certo tempo deve deviare verso occidente. Passa poi il confine fra l’Italia e la Francia e comincia ad attraver-sare la “douce France”. Dopo un lungo percorso gli appare l’imponente catena dei Pirenei. Attraversa anche i Pirenei ed entra in Spagna. E, finalmente, sfinito ma felice, arriva a Barcellona, fra l’entusiasmo degli Spagnoli accorsi a festeggiare l’autore della grande impresa.
Un mio nipotino che ha seguito questa odissea mi dice: “Ma il camionista non avrebbe fatto meglio ad imbarcare il tir a Palermo, sbarcando il giorno dopo a Barcellona”.
Ed io debbo ammettere che il bambino ha ragione, ma gli, spiego che il governo italiano, dopo avere speso tutti i soldi previsti per la Sicilia per fare il ponte sullo Stretto, non avrà ormai soldi per curare
altri collegamenti.
Stando così le cose, il governo italiano il ponte potrà pure farlo, ma non “a grande richiesta” dei Siciliani.

Corrado Mirto
Docente dell’Università di Palermo