Niente di nuovo sotto il sole
Bruxelles, 22 febbraio 2008
“Prometto ai siciliani che una delle prime cose che faremo, tornati al governo, sarà dare il via al ponte sullo Stretto, l’unica grande opera che rende la Sicilia pienamente Italia e i siciliani completamente italiani” (lasiciliaweb – 22/02/2008) – Silvio Berlusconi
Adesso, di nuovo, per il signor Berlusconi la novità è che ci vuole il “ponte” per farci diventare italiani al 100 %.
Lo aveva già detto due anni fa e ripostiamo di sotto il nostro commento/risposta. Se allora poteva sembrare una delle sue soite gaffe, adesso è certo, lui come tutti pensa, almeno nel subconscio, che la Sicilia non è Italia.
E allora che ci stiamo a fare? Ma che vantaggio c’è ad essere parte di questa grande famiglia per vederci assegnato d’ufficio sempre il ruolo di camerieri, delinquenti, sottosviluppati, etc.?
Ma se la tenga l’Italia, il Sig. Berlusca, si tenga pure il suo ponte e, già che c’è, i tanti servetti che purtroppo si ritrova nella nostra bella Isola!
Bruxelles, 5 febbraio 2006
Finalmente si comincia a parlare apertamente della “Questione Siciliana”. Secondo l’attuale Presidente del Consiglio, infatti, la Sicilia con la costruzione del ponte diventerebbe italiana al 100%; se così è si sta ammettendo finalmente, anche se in modo implicito, che il Popolo Siciliano ha conservato sinora, almeno in gran parte, una sua identità distinta dall’Italia e che quindi ha una sua Patria anche se purtroppo sottomessa, con l’inganno e con la forza, all’Italia stessa.
L’Autonomia ottenuta nel lontano 1946 e mai riconosciuta nei fatti dallo stato centrale, anzi, lentamente demolita a cominciare dalla incostituzionale e forzata soppressione dell’Alta Corte, ha beffato un Popolo che pensava di aver visto finalmente riconosciuti i suoi diritti di Autogoverno, per i quali lottava da secoli, a prezzo di un ragionevole compromesso che non intaccasse i confini internazionali dello stato dominante.
Italiani per forza dal 1860, emarginati dal contesto sociale nazionale, depauperati della propria cultura e della propria indipedenza economica, i Siciliani sono nei fatti colonizzati da uno stato che ha fatto di loro un popolo di sovvenzionati che produce solo, o quasi, voti in cambio di sussistenza.
Oggi, l’Altra Sicilia deve ringraziare Berlusconi per essersi lasciato sfuggire quello che tutti a Roma pensano ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire: i Siciliani sono un Popolo a sé e la Sicilia non è Italia!
Aggiungiamo solo – non ce ne voglia l’attuale capo del governo italiano – che a noi non importa niente né del ponte, anzi ritenuto dannoso, né di diventare italiani al 100 % quando, fino ad oggi, l’italianizzazione della Sicilia ha rappresentato per noi solo un’occasione di degrado, di sottosviluppo e di emarginazione.
Alle anime belle che gridano che “l’Autonomia sarebbe fallita”, replichiamo che è il “risorgimento” ad essere clamorosamente fallito e con esso una presunta “unità d’Italia” con la sua antistorica annessione della Sicilia all’Italia.
Se vogliamo salvare qualcosa di un’unione politica che pure è uno stato di fatto di cui tenere conto, unione non priva di qualche vantaggio reciproco, rifondiamola sul riconoscimento dell’identità nazionale del Popolo Siciliano e sull’esistenza di una grande irrisolta “Questione Siciliana”, altrimenti sarà troppo tardi.
ANTUDO!
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA