MESSINA, UNA CITTA’ ALLA DERIVA
Che delusione quando ci accorgiamo non solo della incapacità e del pressapochismo dei nostri eletti, ma apprendiamo che per di più non sono legalmente abilitati ad occupare le responsabilità che si sono date.
E’ il caso del nipote sindaco “Cicciantonio” e del consiglio comunale – TUTTO – della Città della Fatamorgana, dichiarati decaduti per vizio procedurale relativo all’esclusione, in occasione delle elezioni del 2005, di una lista socialista – oggi come allora con la vecchia DC – sempre rappresentativa dei pochi, mentre i piu’ stavano a guardare.
La citta “babba” dimostra ancora una volta di essere stata preda di furbetti e furbastri.
Ma non ci meravigliamo piu’ di tanto:
non è forse vero che Messina è annoverata all’ultimo posto nella graduatoria di vivibilità fra le varie città d’Italia?
Non è forse vero che la sua università – Magnifica fino a qualche tempo fa – oggi, al tempo di nani e ballerine, sia balzata agli onori delle cronache per il pilotaggio (con relative prebende), operato da distinti docenti, dei testi di ammissione alle varie facoltà, suscitando, con gli incredibili voti attribuiti ai prescelti, la nostra commiserazione e la derisione di tutta Italia?
Non è forse vero che la sua classe dirigente (sic!) sia inquisita per cambiamento di destinazione d’uso di terreni e opere d’edilizia, accumando nel “mancia mancia” assessori, architetti ed ingegnieri insieme ad imprenditori e politici ?
Non è forse vero che le acclarate connivenze politico-affaristiche-mafiose hanno già indotto la commissione anti-mafia della camera dei depuatti a definirla “verminaio d’italia”, con il silenzio angosciante dei partiti cittadini?
Non è forse vero che la rappresentanza istituzionale della città resta appannaggio dei rampolli di quattro famiglie, e relativi soldini, escludendo tanti altri giovani, certamente altrettanto capaci?
Non è forse vero che la disoccupazione giovanile abbia collocato la Città di mata e grifone al secondo posto di speciali classifiche italiche?
Non è forse vero che siamo riusciti a dilapidare con allenatori e trainers inetti il tesoro di una serie A calcistica raggiunta con sacrifici ed che aveva dato, almeno il primo anno, lustro a notorietà ad una città dimenticata ?
Non è forse vero che dove sorgevano luoghi e siti della memoria storica della città ( … beh, quella chi l’ha piu’ vista) sorgono bar e schiamazzi nella piazza?
Molti messinesi sono stati forzati alla diaspora e adattando ai loro bisogni il messaggio “allargate l’area della coscienza”, sono partiti per il Nord lontano, con coraggio e tanta amarezza ed hanno cercato le loro occasioni di lavoro e di esistenza al di là dalle magie dello stretto. Gli stessi che oggi continuano a seguire con preoccupazione e devozione le sorti della loro città.
Ci chiediamo: non è forse giunto il momento di mettere esperienze e conoscenze maturate in tanti anni di diaspora nei Nord lontani, al servizio di questa sfortunata Città della nostra memoria?
Perché, se si riuscisse ad evitare i cavilli che sicuramente prezzolati “azzeccagarbugli” cercheranno di trovare per ristabilire lo status-quo – Ciccionino e compagni intoccabili ed intoccati – non tornare subito a consultare i cittadini?
E a questo punto, perché non presentare una lista proprio di messinesi, anche quelli della diaspora, che le sorti della città ed il suo avvenire abbiano dimostrato di avere maggiormente a cuore?
Ma quanti interrogativi, in questo nostro articolo, ce ne scusiamo, ma Messina stessa, o meglio, il suo futuro rimane per noi e per voi un grande punto interrogativo.
A questo punto un’esclamativo sarebbe d’obbligo e forse foriero di speranza per i nostri figli .
Quanti sarebbero percio’ disposti a ridare dignità alla propria città diano la propria disponibilità a L’Altra Sicilia, escano dall’ignavia, dicano alto e forte, “ci sono anch’io” e formino una lista civica che rappresenti finalmente le esigenze dei messinesi al di qua e al di la del faro !.
EPPI