I ”PROFESSIONISTI” DELL’ANTIMAFIA A CAPO D’ORLANDO

Bruxelles, 11 febbraio 2000

“L’altra Sicilia” interviene preoccupata nelle recenti polemiche che hanno investito un piccolo comune del messinese, Capo d’Orlando, un centro che è balzato alle cronache per la sua coraggiosa lotta all’estorsione organizzata, che ha dato l’avvio ad una rivoluzione civile e morale che si è fortunamente allargata a molti centri dell’intera Isola.


L’intervento poi nella discussione di personaggi
schierati politicamente come Capodicasa, Del Turco,
Vendola e Bianco per menzionare soltanto i più
titolati, ma anche i rappresentanti locali delle varie
sinistre ci insospettisce e, inquadrato
nell’attualità, fa pensare ad una facilona demagogia elettorale che fa però fa tanto male alla Sicilia.

L’Altra Sicilia dice basta al paradigma Sicilia=Mafia,
equazione che ricorda soltanto i mafiosi e tralascia
invece nomi come quello di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, che di lotta alla mafia ne avevano fatto una vera e propria ragione di vita, tanto più sentita e assoluta, quanto soltanto con l’assissinio e la morte se ne è bloccata l’opera.


“L’altra Sicilia” diffida dei professionisti dell’antimafia, parafrasando Leonardo
Sciascia, di tutte quelle persone che di mafia e
antimafia si pasciono e nutrono e che, di mafia ed
antimafia dimostrano di vivere, sopravvivere e trarne il proprio tornaconto politico.


“L’altra Sicilia” ricorda il caso di
un ex magistrato siciliano, divenuto Sottosegretario
della Repubblica, le cui ” attività ” avevano attirato
la visita della stessa commissione antimafia a
Messina, con una documentazione raccontata dalla
Gazzetta del Sud, articoli che venivano censurati
l’indomani, tanto sconquasso avevano creato negli
ambienti politici non solo Siciliani !

Putroppo le polemiche, e le accuse, venivano
affogate nella decisione di tacere per non recare
danno al piccolo partito a cui questo signore
apparteneva e che si stava facendo spazio, senza
suffragi ma con tanti dirigenti, nel governo, nel
potere.

Adesso i professionisti dell’antimafia hanno cambiato
bersaglio e si sono concentrati su Capo d’Orlando,
colpevole di avere un sindaco che non è amico loro, di rappresentare uno dei tasselli mancanti a quella
scacchiera del potere a cui tengono tanto.

Ed allora: Mafia ! e al diavolo la Sicilia e chi di
Sicilia invece si nutre. Al diavolo le accuse di mafia
che verranno poi estese a tutti i Siciliani
indistintamente, nei bar e nei ristoranti di tutto il
mondo, dove la lingua siciliana porta un raggio di
sole e un braccio di mare.

Il sindaco di Capo d’Orlando è mafioso perchè non è
amico loro, perchè ha dotato la città di servizi
validi, di strade, di verde e perchè quel centro,
alle porte dei Nebrodi, stimola un’attività economica
> che nemmeno il capoluogo riesce a sviluppare; perchè è ordinato, e, in poche parole vivibile.

” L’altra Sicilia ” chiede a tutti i
Siciliani di condannare queste attitudini e nello
stesso tempo le manovre di questi professionisti
dell’antimafia, personaggi che, cercando il loro
tornaconto politico, trascinano poi nel fango
l’intera nostra Isola.

Basta con la demagogia ! Ritorniamo a ricatturare
l’amore per la nostra terra.

Tutti insieme, senza distinzioni di colore politico
riusciremo a far rinascere la Sicilia, lavorando
serenamente, ognuno nelle sue proprie responsabilità,governando o facendo opposizione, ma sempre nella
chiarezza, nella trasparenza e nell’amore dell’Isola,
della nostra terra.

Eugenio Preta e Francesco Paolo Catania