Piermarco Burrafato scrive a l’Abate Vella

*Piermarco Burrafato è un palermitano della diaspora candidato al Consiglio Comunale di Palermo.

Caro Abate Vella,

i tuoi post sono sempre molto interessanti e illuminanti.

Ti ritengo troppo intelligente per non avere esplicitamente menzionato in questa tua analisi altre e più determinate forze sicilianiste che incarnano questo grande desiderio di riscatto della Sacra Nazione.

Devo però darti piena ragione quando dici che “il partito che più di tutti sta rappresentando ed intercettando questa voglia di cambiamento della politica in Sicilia è sicuramente l’MPA fondato da Raffaele Lombardo”.

Dici bene, l’MPA sta “intercettando” questa voglia di cambiamento. Dobbiamo però chiederci, una volta intercettatala, dove vuole portarla l’on. Lombardo? Mi sembra che la risposta sia sotto gli occhi di tutti: egli vuole consegnarla nelle mani del nostro oppressore, altrimenti avrebbe dato vita ad una vera alternativa sicilianista.

Qui si smascherano i giochi di potere, qui si arriva al capolinea dei finti autonomisti che i Siciliani devono comprendere se non vogliono farsi fregare, per l’ennesima volta, dalla razza “padrona”!

Ma c’è una buona notizia: l’alternativa di sistema esiste, e si chiama L’Altra Sicilia – Antudo, movimento a cui tu hai giustamente dedicato un link sul tuo blog. Questo movimento esprime alle prossime elezioni comunali di Palermo un proprio candidato a sindaco, il prof. Massimo Costa. E lo fa dal di fuori degli schieramenti dell’oppressore italiano, dopo aver lanciato a tutte le forze sicilianiste/autonomiste un invito a creare un fronte alternativo al sistema di potere dell’Italietta corrotta. Un invito accolto fin’ora solo dal P.A.S. (Partito Autonomista Siciliano) e che è stato invece snobbato da chi, evidentemente, aspira a ben più alte posizioni di potere.

Tu proponi intelligentemente di disgiungere il voto, così da far capire all’MPA che la base vuole cambiare rotta. Io propongo un’idea ancora più rivoluzionaria. Nella situazione in cui ci ritroviamo la base non può permettersi attaccamenti stile tifoseria a questo o a quel partito italiano o falsamente sicilianista!

Se amiamo la Nostra Terra, allora dobbiamo dare fin da adesso il nostro voto a partiti realmente sicilianisti e a candidati sindaco autenticamente sicilianisti. Creiamolo adesso il fronte popolare autonomista, dalla base, con la nostra arma più potente, il voto!

Non aspettiamo i giochi di palazzo, che ci umiliano come Popolo e che rappresentano l’essenza della nostra oppressione!

ANimus TUus DOminus! (Il coraggio è il tuo signore!)


Il voto di Colapesce

Lo sviluppo della nostra Sicilia si basa su tre pilastri: le infrastrutture, l’energia e la politica in ordine inverso di importanza. Le infrastrutture non permetteranno a nessuno di produrre se non si troverà l’energia per farlo. Il piano energetico deve precedere quello infrastrutturale.

D’altronde senza la politica è impossibile pensare di predisporre un qualunque tipo di piano. Deve essere la politica a tracciare la strada ed a farsi carico dei bisogni del territorio e dei cittadini.

Oggigiorno tutti e tre i pilastri sembrano vacillare sopra la liquida sabbia della melma risorgimentale nella quale siamo impantanati, tanto che avendo a disposizione un novello Colapesce molti farebbero fatica a scegliere quello sotto il quale mandarlo.

Capire da dove iniziare però sarebbe già metà dell’opera e non credo che proponendo l’idea di cominciare da dove ci siamo fermati, e cioè dalla nostra Autonomia, si stia giocando d’azzardo. Idea questa che ci rimanda alla politica ed alla necessità di trovare un grimaldello per scardinare quel bunker nella quale la nostra massa dirigente ascarizzata ha celato la verità.

Il materiale umano per sovvertire lo stato attuale delle cose c’è, ma tutte le porte sembrano chiuse mentre arranchiamo trascinando il sozzo carrozzone dei partiti nazionali sulle nostre spalle. La forza politica c’è anche, come dimostrano gli innumerevoli partiti e partitini che si richiamano all’idea della nostra Sacra Nazione. Ciò che manca è una strategia.

Il partito che più di tutti sta rappresentando ed intercettando questa voglia di cambiamento della politica in Sicilia è sicuramente l’MPA fondato da Raffaele Lombardo, ironicamente presidente di un ente abolito dallo Statuto dell’Autonomia ma che continua ad esistere in forza al sistema che ci opprime.

La Sicilia è pronta ad esplodere e ad abbracciare un nuovo corso politico fatto di libertà ed autodeterminazione, ed è per questo che tutti si aspettavano alla prossima tornata elettorale una nuova realtà che improvvisamente aprisse le porte di quel bunker: un fronte unico dei partiti autonomisti siciliani che in una sola notte abbattesse il muro che getta ombra sulla nostra identità.

L’MPA in questi giorni non ha capito e non ha saputo cogliere il momento per suonare la riscossa, non ha saputo trasformarsi in Colapesce per andare a fondare una nuova Trinacria e sostenere il ritorno del Popolo Siciliano sulla scena politica mediterranea (E dire che in Toscana ha avuto il coraggio di formare quel fronte a cui noi tanto agogniamo!).

L’appoggio a Cammarata ed ai partiti nazionali alle elezioni della capitale ha deluso quei tanti che hanno già capito che il momento è maturo per lo scontro (politico). Niente è perduto ovviamente, ma è venuta l’ora per ognuno di noi di spingere e di costringere gli uomini che veramente possono e che vogliono rompere con l’attuale stato di cose a fare il grande passo e ad uscire allo scoperto.

L’arma è stata involontariamente fornita dai nostri stessi nemici e sarebbe il caso di usarla perché potrebbero levarcela da un momento all’altro: si chiama voto disgiunto. Alla prossima tornata elettorale abbiamo la possibilità di dire ai vertici dell’MPA basta! Basta con i calcoli in stile Prima Repubblica: lo stato attuale delle cose persiste perché siamo noi che continuiamo ad alimentarlo. Anche con accordi come quello con Cammarata.

Costringiamo l’On. Lombardo e tutti i politici di destra e di sinistra che hanno a cuore la causa della loro terra a adottare la strategia giusta votando si il nostro partito preferito, ma non votando i candidati a sindaco dei partiti nazionali, a Palermo come in ogni altro luogo dove troveremo un’alternativa siciliana ed indipendente. Essi capiranno ed ascolteranno finalmente la loro base.

Nel 1861 seicentosessantasette eroi si trasformarono in Colapesce e di fronte ai fucili savoiardi spianati non ebbero timore a dire NO! malgrado il voto palese. Oggi ognuno di noi può trasformarsi in Colapesce ed essere un eroe, rifiutandosi di continuare ad accettare lo stato delle cose come ineluttabile e segnando la strada da seguire verso la creazione di quel fronte popolare autonomista che ci guiderà alla vittoria ed alla libertà!

Abate Vella