La Comunità dalle gambe corte
Il prossimo 25 marzo 2007 i paesi dell’Unione Europea si apprestano a festeggiare… il falso.
Corre infatti voce che quel giorno, oltre all’anniversario dei Trattati di Roma, essi celebrino il 50° anniversario della nascita dell’Unione Europea, commettendo un gravissimo errore che altri non è se non una cosciente distorsione della realtà storica.
Il sito della Treccani, per quella data recita:
“Il 25 marzo 1957 viene, in effetti, considerata da molti, e a ragione, come la data di riferimento per l’avventura della costruzione dell’Unione Europea, così come oggi la conosciamo”
Come mai “da molti” e non “da tutti”? Perché il 50° anniversario della fondazione della Comunità Europea è già trascorso, ed è caduto esattamente il 3 giugno del 2005. Cinquantadue anni fa in Sicilia veniva firmata la Dichiarazione di Messina (un atto ufficiale quindi) che metteva tutti d’accordo su quello che sarebbe stata l’integrazione europea.
A Messina si decise di puntare sull’integrazione economica orizzontale dei paesi europei invece di procedere per settori come si era fatto sinora e come voleva continuare a fare la Francia. E’ questo quindi l’atto puro che diede la svolta al processo di integrazione europea e che fu possibile grazie alla visione di un siciliano, l’allora Ministro degli Esteri Gaetano Martino che come tutti i grandi siciliani era intriso di quella idea istintiva di globalità che solo un’isola come la Sicilia può infondere.
A Roma si registrò un fatto avvenuto qualche tempo prima, un po’ come quando un nascituro viene registrato all’anagrafe: l’ora della nascita rimane quella dell’abbandono del grembo materno, ed in ospedale vi sono altri documenti a dimostrarlo.
Ecco cosa ha da dire Prodi a proposito della ricorrenza:
“I motivi celebrativi più importanti ruotano intorno a due date: il 25 marzo (1957) firma dei trattati di Roma ed il 9 maggio (1950), che segna la ricorrenza della dichiarazione Schuman (che fu la base per la nascita della CECA, con la messa in comune delle risorse di carbone ed acciaio fra i sei paesi della piccola Europa”
Neanche una menzione per Messina! Il fattaccio viene forse cancellato in perfetto stile d’oltre cortina per evitare che possa togliere luce all’astro della pura razza latina? E siccome però non puoi proprio cancellare tutto, ci pensa Il Sole 24 Ore con un dossier a rendere esplicito il disegno revisionista riportando sì la “riunione” di Messina, ma trasformandola quasi in un meeting informale e senza valore:
1955, 1 – 2 giugno. I ministri degli esteri dei sei, riuniti a Messina, decidono di proseguire sulla via dell’integrazione economica e viene istituito un comitato intergovernativo presieduto da Paul-Henri Spaak
Nella quale, tra le date sbagliate, si “fa finta” di scordarsi che in quell’occasione non si “decise” semplicemente, ma ci furono dei documenti e delle firme.
Ma nessuno in Francia ed in Germania vorrà mai accettare l’idea di dare ad un italiano tutti questi meriti. E l’ingordigia Italiana non vorrà mai dare alla Sicilia, ed a Messina, la possibilità di avere qualche luce positiva puntata addosso.
Una Sicilia autonoma e libera avrebbe potuto dire la sua al parlamento europeo anche rifiutandosi di prendere parte ai festeggiamenti. Ma siamo piccoli e dobbiamo ancora crescere. Nel frattempo rimaniamo all’erta: si sa, le bugie hanno le gambe corte ed a volte inciampano.
Abate Vella
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