Gaetano Cipolla (Arba Sicula) aderisce al Comitato Promotore

Dopo l’adesione dello showman Sasà
Salvaggio, anche il mondo della cultura mostra la sua sensibilità all’iniziativa
promossa da L’Altra Sicilia, associazione al servizio della Sicilia e dei
Siciliani, relativa a un progetto di legge su “Lingua, Cultura e Media
Siciliani”.

Infatti giunge l’adesione al Comitato Promotore
del prof. Gaetano Cipolla, docente di lingua e letteratura italiana della St.
John’s
University di New York, nonchè presidente dell’associazione Arba
Sicula e di Casa Sicilia negli USA.

Abbiamo posto alcune
domande al prof. Cipolla, che riportiamo di
seguito:
   
Come è maturata in Lei questa
sensibilità verso la lingua e la cultura siciliana ?

 
Ho
cominciato a interessarmi alla cultura siciliana dopo aver fatto carriera come
professore d’italiano in una universita’ americana. Mi interessavo di critica
letteraria di stampo junghiano. Quindi per molti anni ho seguito il percorso
normale dei professori d’italiano che generalmente non si interessano delle
culture regionali. Nei programmi di Ph. D. nelle universita’ fino a pochi anni
fa non si davano corsi di dialettologia o di poesia dialettale. Ancora oggi sono
rarissime quelle che offrono corsi del genere. Ho scoperto la mia
sicilianita’ quando sono tornato in Sicilia dopo 14 anni di assenza. E’ stata
una vera epifania. Mi sono accorto che in America non ero americano e in Italia
non ero piu’ italiano.
Da questa crisi ho capito che nel mondo bisogna
prendere
coscienza della propria identita’ culturale e ho cominciato a
studiare la Sicilia, letteratura siciliana, cioè scritta in siciliano. Ho
tradotto testi poetici siciliani cominciando con Meli, poi
Martoglio,Tempio, Ancona, e
altri con la coscienza che i poeti sono i migliori ambasciatori di un popolo.
Tutto questo per dire che credo fermamente nella necessita’ di non lasciar
perdere la nostra lingua perche’ come dice Ignazio Buttitta
“un popolo che perde la lingua “addutata dî patri” diventa povero e
schiavo degli altri”.

  
Le sembra che le
istituzioni e il cittadino medio siciliani abbiano sviluppato una adeguata
sensibilità verso questi temi?
 
Io non riesco a capire
come i Siciliani siano cosi passivi nel difendere la loro lingua. Forse e’
perche’ sono stati condizionati da decenni di denigrazione da parte di
istituzioni governative con la scusa che il siciliano era un dialetto e che
tutti gli italiani dovevano parlare lastessa lingua, oppure che i Siciliani
dovevano parlare italiano per poter competere nel mercato di lavoro, eccetera.
Che questi atteggiamenti avessero una ragione di esistere si potrebbe anche
ammettere (personalmente non vedo la ragione per farlo) ma capisco chi ragiona
cosi. Ma ora, quando tutti bene o male parlano l’italiano, non vedo nessunissima
ragione per non promuovere l’uso e lo studio del siciliano. Nel mondo di oggi fa
bene conoscere due lingue. Che i siciliani che già conoscono l’italiano imparino
anche il siciliano. Saranno certamente più interessanti e più ricchi di cultura
perché imparare una lingua bene vuol dire imparare una nuova cultura. Ammiro gli
amici siciliani che col loro lavoro promuovono la lingua  siciliana nelle
scuole. Alcuni anni fa portai 20 copie della prima grammatica del siciliano che
ho pubblicato in America e le regalai a due scuole pubbliche di Palermo nelle
quali Piero Carbone aveva istituito corsi di siciliano. Il
lavoro che Arba Sicula fa a favore della lingua siciliana nel mondo e’ cosa
risaputa.


Ma non e’ ironico che la prima vera grammatica del siciliano sia
stata fatta a New York?

E non e’ ironico che il primo CD interattivo sui suoni della nostra lingua
sia stato registrato a New York? Purtroppo i Siciliani non sono stati molto ligi
nella difesa della loro lingua. E forse la frase secondo la quale “i Siciliani
si stanno rivelando piu’ gelosi della loro lingua che delle loro donne” non e’
vera.
  
Questa campagna che stiamo promovendo, ora
anche con la sua collaborazione, in favore della lingua siciliana, potrà, a suo
giudizio, scuotere le istituzioni e i cittadini meno attenti
?
 
Mi auguro che il progetto di legge sull’insegnamento
del siciliano venga promosso a “vox populi” e che i politici siciliani si diano
da fare per farla approvare, invece di ripetere il loro sostegno a parole
soltanto. Per vincere questa battaglia ci vuole veramente una rivoluzione di
massa. Bisogna stuzzicare l’orgoglio dei siciliani, far capire loro che le
offese contro la loro lingua sono un po’ come quando qualcuno offende la
famiglia. Tutti conosciamo il detto siciliano “guai a cu si fa supraniari, luci
di paradisu nun ni vidi”. Ebbene permettere agli altri di rubarci la nostra
lingua e’ un po’ come “essiri supraniati”. Antonio Veneziano si rifiutava di
scrivere in italiano perche’ era siciliano e diceva che non voleva fare il
pappagallo parlando la lingua degli altri.

La nostra progenie che lingua parlera’?

L’Altra
Sicilia

Associazione al servizio della Sicilia e dei
Siciliani “al di qua e al di là del
Faro”

Il Prof. Gaetano Cipolla