”Nuova Sicilia” e vecchi marpioni
Bruxelles 16/12/2002
Non fosse bastata la temeraria ignoranza dell’on. Eleonora Lo Curto, che abbiamo già avuto modo di beccare in precedenza per la sua anti-sicilianità ragliata alla Festa del tricolore di An tenutasi a Ragusa, ecco che il fondatore di quel movimento autodefinitosi “Nuova Sicilia” si fa pizzicare dalla giustizia a poche settimane dal loro compagno di partito, il sindaco di Pantelleria.
Gira e rigira, siamo al solito ritornello; nel senso che ritornano a galla, nel putridume della politica, sempre i soliti nomi. Magari lavati, risciacquati, candeggiati e inamidati, ma sempre loro sono. Stavolta è toccata all’assessore regionale al Territorio Bartolo Pellegrino, riciclatosi in “Nuova Sicilia” dopo diverse stagioni socialiste che l’hanno visto protagonista nella politica e nei tribunali.
È accusato, nientemeno, di avere avuto rapporti molto ravvicinati, troppo, con dei mafiosi che lui ha negato, come sempre avviene in questi casi, di non conoscere.
Al di là della sua presunta innocenza o colpevolezza, quello che è grave è il continuo stillicidio di “politici” indagati per mafia o contiguità mafiosa. Come nel “Gattopardo”, è «cambiato tutto per non cambiare nulla» e i vecchi notabili, della cui innocenza si deve essere comunque difensori fino al compimento dell’iter processuale, continuano a fare parlare di sé in maniera ignominiosa.
Tra l’altro, anche se dovesse venire accertata la sua innocenza, non c’è dubbio che Pellegrino rappresenti il peggior vecchiume della politica politicante. La cosa non deve certo stupirci: in Sicilia la spazzatura abbonda, ma non si ricicla; la spazzatura politica abbonda anch’essa e si ricicla di continuo a destra, a sinistra e dappertutto.
È triste vedersi governati da questi personaggi e ci si sente impotenti dal momento che i loro destini e i nostri destini vengono decisi a Roma, dove le segreterie nazionali, impegnate a gestire il potere per il potere, poco si curano di leggere il passato di tizio o caio o verificare la condotta morale di tizio o caio.
Diverso è, ovviamente, il discorso per la sedicente “Nuova Sicilia” dato che è nata (purtroppo) nell’Isola e si gestisce da sé: nessuno controlla nessuno ed è un gioco da ragazzi riciclarsi sotto le insegne della nostra amata Terra.
D’accordo, signori (?) di “Nuova Sicilia”, la gente vi ha votato e vi ha pure eletti, ma vi chiediamo di fare una cosa che, se non farete, ci dimostrerà l’inesistenza della vostra moralità: state pure nei palazzi (magari in maniera civile e legale…), ma cancellate dal vostro partito il nome della Sicilia. La nostra Isola ha avuto ed ha già tanti nemici, in casa propria, che non merita altri smacchi. Chiamatevi come volete, ma lasciate stare l’onore e la dignità di una Terra che, con la più arrogante noncuranza, continuare a violentare senza pietà.
Questo vi chiediamo e questo ci auguriamo che facciate al più presto.
L’ALTRA SICILIA –
al servizio della Sicilia e dei Siciliani