L’Altra Sicilia e il Polo delle autonomie
Palermo, 20 novembre 2006
L’Altra Sicilia non può che guardare con attenzione a quello che
succede tra i partiti “autonomisti” tradizionali, ma anche con i dovuti
distinguo.
Agli amici autonomisti, in positivo, diciamo che laddove codesto “polo
delle autonomie” sarà veramente tale, cioè distinto dalla CDL, e
veramente autonomista sia per le persone presentate sia per le proposte
oggettive, non sono escluse a priori intese locali: ce lo impongono le leggi
elettorali, ce lo chiede l’imperativo di fronteggiare il “maggiore”
male dei partiti italiani di entrambi gli schieramenti che tengono alla
catena il Popolo Siciliano.
Ma, questa volta in negativo, teniamo a puntualizzare che, per quanto
ci riguarda ad oggi è prematuro parlare di inserimenti organici e
strutturali del nostro movimento in tale schieramento.
Diciamo questo non per
puntiglio ma per alcuni ostacoli, tanto ideali quanto oggettivi, che vi
si frappongono.
Quali?
Primo: Noi non possiamo far parte di un polo “autonomista” perché,
semplicemente, “non” siamo autonomisti, e nemmeno soltanto federalisti;
siamo – lo abbiamo più volte ribadito – CONFEDERALISTI, perché pattizio e
confederale è l’attuale Statuto e perché tale Statuto va prima
applicato (o attualizzato solo per ampliarne la sfera d’azione ed esplicitare
tale natura confederale) e poi eventualmente ripensato.
Secondo: Noi “siamo” Siciliani e Sicilianisti e fra di loro molti
reputano “antinazionale” questa scelta, sebbene non sia affatto separatista.
L’MPA addirittura è “meridionale”, categoria questa che noi rifiutiamo,
perché noi siamo intanto SICILIANI e poi, forse, anche altro.
Terzo: Talune scelte concrete di esponenti dei partiti autonomisti di
governo sono in realtà profondamente anti-siciliane: il “ponte”, la
difesa degli abusivi,…; e, per contro, la loro rappresentanza
parlamentare brilla soprattutto per il silenzio nelle proposte che potrebbero
fare.
Quarto: I “poli” si fanno FUORI dagli altri poli. Non si può governare
con Cuffaro, accettandone supinamente metodi e programma, e fare un
“polo” alternativo allo stesso.
Per queste ragioni L’Altra Sicilia-Antudo continua per la sua strada. Ma non
ha paura di confrontarsi con nessuno.
Riconosciamo quanto di genuino,
anche se non pienamente maturo, esiste in questo autonomismo, dove più
dove meno. Disperdere le forze non è mai un bene se la Sicilia chiama.
Così guarderemo con vigilanza ed interesse a questi probabilmente
necessari compagni di battaglia. Incoraggeremo ogni convergenza e
denunceremo le strumentalizzazioni e le deviazioni.
E metteremo da subito alla prova l’autonomismo istituzionale di questo
polo con iniziative e proposte di legge fatte nell’interesse delle
istituzioni, dell’economia, ma soprattutto dell’identità del Popolo
Siciliano, la più preziosa delle nostre risorse.
Se ci saranno le condizioni per una qualche convergenza sostanziale non
mancherà per noi.
Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA-ANTUDO
Movimento politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”