ONORE ALLA SICILIA E AI SICILIANI
Bruxelles, 27 marzo 2000
La società contemporanea vive uno stato di crisi profonda che deriva direttamente dalla mancanza di valori e di modelli di riferimento.
Dissestato l’istituto familiare, sconvolto quello scolastico, il nostro Bel Paese sta precipitando nel vuoto assoluto. Non a caso, a detta di sondaggi autorevolissimi, figura tra i Paesi dell’Unione europea in cui si legge meno, ma tra quelli in cui piú si guarda la televisione.
La televisione, cattiva maestra, crea personaggi, modelli, valori e imbonitori di verità fasulle. Lo abbiamo denunziato a suo tempo con la trasmissione Pinocchio, memori di un maleducatissimo conduttore che dava e toglieva la parola a chi piú gli aggradava, creando confusione, nella logica di una trasmissione senza schemi che invece, e noi a Bruxelles lo abbiamo vissuto in diretta, aveva tutto ben organizzato e tutto ben in scaletta.
Continuiamo a denunziarlo oggi con una trasmissione radiofonica della sera, Zapping, dove un conduttore palesemente e vergognosamente di parte toglie la parola a chi non la pensi come lui.
La televisione – dicevamo- l’arma finale delle sturmtruppen di Bonvi, entra nelle case, libera la mente, diventa misura di tutto, impone la realtà attraverso lo specchio deformante del conduttore di turno. La cultura appiattita, l’intelligenza livellata verso il basso, e soprattutto la disinformazione.
Come quella di Santoro, un conduttore che va per la maggior parte schierato regolarmente a sinistra che, nel corso della sua trasmissione in prima serata di Rai Uno, Circus, degno erede di Pinocchio, mandano in onda un servizio sui due sciagurati sequestratori dell’imprenditore Tacchinardi (siciliani tra le righe) ha diffuso un’immagine di Castelvetrano, la città d’origine dei due banditi mancati, distorta e negativa, surrogata da interviste di un campione culturalmente di scarso livello proprio nell’ottica di discreditare non solo Castelvetrano, ma anche la sua Provincia, e in definitiva la nostra Sicilia.
Quelle immagini televisive sono state diffuse in tutte quelle parti del mondo dove la comunità siciliana è numerosa, presente e si distingue con il lavoro, la serietà e l’impegno.
Quella realtà effettuale di Santoro ha danneggiato l’immagine dei Siciliani, quelli in patria e quelli che sono partiti, rifiutando la logica dell’assistenzialismo, dell’attendismo e creandosi tra mille difficoltà e nostalgie una credibilità che oggi, un Santoro qualunque decide di abbattere.
Noi dell’associazione “L’Altra Sicilia” critichiamo questo conduttore, in linea con il nome della trasmissione, ma ci interroghiamo preoccupati sul silenzio della classe politica siciliana, eccetto la puntuale protesta di Vincenzo Leone, consigliere provinciale di Trapani.
Nessuno che abbia protestato, accettando con il silenzio le verità di Santoro, che ha continuato imperterrito a non ascoltare nessuno, a non concedere quel democratico diritto di replica che, secondo le nostre informazioni, per tutta la serata gli è stato richiesto.
“L’Altra Sicilia” denuncia l’attitudine di Santoro e di tutta la classe politica italiana che continua a voler discreditare sempre e ovunque la Sicilia e la sua gente, senza mai parlare invece di quanti, costretti all’esilio, hanno fatto grande il nome dell’Isola e di tutta la Nazione attraverso il loro impegno e il loro lavoro.
A questi “L’Altra Sicilia”, come dovuto riconoscimento, chiede ufficialmente che vengano intitolate le strade e le piazze delle nostre contrade, invece di dedicarle a politici discussi, falsi poeti e falsi miti imposti da una storia ancora da scrivere e rivisitare.
Eugenio Preta,
Francesco Paolo Catania.