Auguri al Montenegro indipendente e speranza per la nostra Sicilia
Palermo, 22 maggio 2006
L’Altra Sicilia guarda con soddisfazione e con rispetto all’esito del referendum sull’indipendenza del Montenegro. Le considerazioni che si sono sentite sulla sostenibilità di tale indipendenza o della possibilità del nuovo piccolo stato di raggiungere la famiglia degli stati europei non ci competono in questo momento: il principio di autodeterminazione dei popoli ha sancito la resurrezione di un altro popolo europeo negato da quella Jugoslavia che era un vero stato “inventato” dopo la I guerra mondiale.
E’ interessante vedere che quanto più avanza l’integrazione europea e la c.d. globalizzazione, tanto più si riscoprono le appartenenze etniche, le origini, le identità.
Dalla caduta del muro di Berlino ad oggi sono nate o risorte moltissime nazioni nell’est europeo: Estonia, Lituania, Lettonia, Bielorussia, Ucraina, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e, appunto, Montenegro; mentre i “tronconi” degli stati da cui le prime si sono staccate sono ridiventate stati a sé: Russia, R.Ceca, Serbia.
Nell’Europa occidentale non è accaduto niente di così traumatico, ma i processi di federalizzazione e di riconoscimento delle nazionalità minoritarie sono andati avanti un po’ dappertutto.
In Spagna le “comunidades” hanno poteri quasi da stato sovrano (soprattutto la Catalogna, il Paese Basco, la Navarra, la Galizia, le Canarie).
Nel Regno Unito si è avuta la celeberrima “devolution” che ha restituito autonomia al Galles ed addirittura una quasi sovranità alla Scozia, perduta con l’unione dei Parlamenti del 1707.
Il Belgio si è trasformato in una confederazione tra Fiamminghi e Valloni debolmente unita da poche istituzioni centrali e soprattutto dalla figura del re.
Persino nella centralistica Francia si è avviato un timido processo di regionalizzazione. I fatti d’Italia sono troppo noti per essere richiamati anche se, specie con l’ultima “controriforma” istituzionale, la confusione ancora dilaga.
E la Sicilia?
A quando una sua resurrezione come Popolo?
A quando uno stato confederato con l’Italia?
Forse anche nei nomi dovremmo stare attenti alle distinzioni: Italiani sì, Italici no, e ce ne guardiamo bene.
Sicilia, svegliati! Adesso tocca a te!
Non possiamo essere l’unica nazione che dorme in un mondo in pieno risveglio!
ANTUDO!