Un testo che suggerisce la riforma dell’Ue contro la contrastata ipotesi degli Stati Uniti d’Europa
L’università Mathias Corvinus di Budapest e la Fondazione Ordo Iuris per la cultura giuridica di Varsavia, due istituzioni vicine la prima al partito ungherese Fidesz , la seconda al partito polacco Diritto e Giustizia, al potere fino al 2023, hanno recentemente pubblicato una ricerca dal titolo: “Restaurare la sovranità degli Stati Nazione nell’UE” . Il testo vuole sottolineare l’opposizione delle forze conservatrici all’aumento costante dei poteri dell’UE e delle sue istituzioni e formalizzare una prima serie di proposte di riforma..
La nota comprende una diagnosi e due scenari di riforma per una trasformazione sistemica del progetto europeo.
Per quanto riguarda l a diagnosi, MCC e Ordo Iuris ricordano che l’Unione europea ha preso avvio nel 1954 come progetto di cooperazione economica intorno al libero scambio (CECA, CEE, Euratom) e ha conosciuto, a questo titolo, numerosi successi dovuti al potente sviluppo dei paesi europei fino agli anni ’80.
Dalle intenzioni iniziali , quarant’anni di sviluppi istituzionali e di pratiche politiche verso una “unione sempre più stretta” hanno portato alla creazione di una potente entità sovranazionale dotata di una propria moneta, di una propria giurisdizione e abilitata ad imporre sanzioni finanziarie agli Stati membri, come succede all’Ungheria e alla Polonia .
Oltre a una “ultra legislazione “ e una competitività economica che non smettono di peggiorare da vent’anni (il fallimento della strategia di Lisbona è quasi totale), cinque difetti importanti e sistemici , secondo lo ricerca , colpiscono l’Unione europea:
– il deficit democratico legato al carattere di nomina e non di scelta dei popoli
delle principali istanze europee (Commissione e Corte di giustizia) e al carattere non realmente rappresentativo del Parlamento europeo che deve confrontarsi con le diversità dei 27 paesi che lo compongono;
– l’estensione permanente del potere delle istituzioni, in particolare la Commissione e il Parlamento che hanno approfittato di ogni crisi per monopolizzare competenze assolutamente non previste nei trattati, come quella sanitaria in occasione della pandemia di Covid-19 e quella della difesa e della sicurezza oggi con la proposta di un ReArm UE:
– l’azione erosiva parallela , in particolare attraverso l’azione della Corte di giustizia europea, nella prospettiva dell’instaurazione di uno Stato federale;
– la promozione, per le istituzioni europee, di un’agenda ideologica progressista e diversificata che porti le istituzioni, e in particolare la Commissione, a sanzionare giuridicamente e finanziariamente soprattuttogli Stati dell’Europa orientale, poco propensi alle varie agende next Eu generation, green deal e oggi ReArm ;
– la burocratizzazione spinta del funzionamento europeo, attraverso una funzione pubblica europea elefantiaca , una produzione normativa pletora e obbligatoria nonostante la prosperità economica che ha segnato i primi anni del progetto europeo si stia attenuando.
Dopo aver stabilito la dura diagnosi, MCC e Ordo Iuris propongono un doppio scenario di riforma radicale dell’Unione europea.
Il primo mira al ritorno e al quadro istituzionale del 1957, mutando ,del resto, il nome di unione europea in “Comunità europea delle nazioni”, che diventerebbe, con il riconoscimento della sovranità degli Stati membri , uno spazio di cooperazione interstatale dove l’organo politico centrale potrebbe essere il Consiglio europeo.
La Commissione diventerebbe così un segretariato del Consiglio che perderebbe “apriti cielo“ il suo monopolio sull’iniziativa legislativa e sulle denunce contro gli Stati.
Il secondo scenario, ancora in fase di elaborazione e perciò meno dettagliato, spingerebbe verso lo smantellamento quasi totale delle istituzioni europee nel loro quadro attuale.
In un momento in cui la spinta verso la federalizzazione è forte e in un contesto geopolitico che vede le iniziative sia di Ursula von der Leyen sia di Emmanuel Macron – alla ricerca questo di una collocazione istituzionale in Europa dopo gli insuccessi interni, questo testo ha almeno il merito di presentare scenari alternativi , certo forti e radicali ma che dimostrano la forza e le caratteristiche della resistenza europea e sottolineano le attuali divisioni europee di fronte ad uno scriteriato e contrastato cammino verso gli Stati Uniti d’Europa.
Eugenio Preta