Collegio di sicurezza UE: i nominati si danno arie di legittimità
Ursula von der Leyen ha appena annunciato la creazione di un “collegio di sicurezza” UE. Una notizia che fa da corollario al caos calmo della questione di una difesa europea ,oggi al centro delle preoccupazioni degli Stati membri, mentre la Russia e gli Stati Uniti stanno negoziando, sopra la testa dei vicini più stretti dell’Ucraina, un probabile trattato di pace.
È nel corso di una conferenza stampa dedicata ai primi cento giorni della Commissione europea che la starlette dell’Europa, nominata e non eletta, ricordiamolo, – ha fatto questo annuncio. Ursula von der Leyen ha anche sottolineato l’urgenza di creare un posto di commissario europeo alla Difesa. Una bella giravolta per un’Unione la cui creazione è stata dettata dalla messa in comune del carbone e dell’acciaio, e non ,al contrario, dalla messa in comune dei mezzi di un’industria di guerra, proprio in modo che questa non potesse avere mai più luogo in un Continente pacifizzato .
Secondo la presidente dell’Unione europea, che non ha alcuna competenza sovranazionale in materia di difesa, è importante che l’Europa rimanga aperta e fedele ai valori della democrazia, della libertà e dello Stato di diritto. Non si vede bene il rapporto che esiste tra questi valori un po’ fuori terra e la volontà di costruire, al di fuori di ogni quadro giuridico, una difesa europea.
Quale legittimità ha la presidente nominata dai suoi pari al di là di un discorso sempre pieno di buoni sentimenti?
La questione che si pone, ancora una volta, è quella della sovranità dei popoli. Chi, infatti, ha chiesto a Ursula von der Leyen di costruire una difesa europea? Chi gli ha chiesto di unire i governi degli Stati membri in nome di una manciata di valori totalmente impalpabili allo scopo di creare, eventualmente, un esercito sovranazionale? E a che punto di rinuncia i ministri (teoricamente sovrani!) della Difesa interessati possono obbedire docilmente a un tale invito?
L’Unione europea non aveva mai affermato di avere prerogative di difesa fino ad oggi, . Fino al 1995, si chiamava Comunità economica europea, e allora si vedeva molto bene di cosa si trattava: mettere in comune le risorse per continuare a pesare sul presente del mondo, perché, ridotti alla loro individualità, gli Stati europei non avevano più alcun peso sui mercati mondiali. Oggi si è passati ad altro: spesso a causa del loro semplice silenzio, gli Stati dell’UE hanno rinunciato a buona parte delle loro prerogative.
Oggi, la Commissione europea affronta il cuore dell’argomento: la difesa del territorio nazionale. Alla fine è soloun modo di dire che non ci sono più nazioni
Viviamo in un’epoca molto strana in cui l’opinione dei popoli non ha alcuna importanza, e neanche quella delle cancellerie europee, che sono state pregate di recarsi immediatamente alla convocazione della presidente della Commissione.
Alla luce della protervia dei burocrati di Bruxelles che impediscono in ogni modo ai cittadini di esprimere le loro esigenze ora non resta solo che sperare che la democrazia permetta ai semplici cittadini di ribellarsi in tempo contro l’ordine mondiale che si vuole imporre loro.
In questo strano valzer dei valori, il mondo diventa multipolare, mentre l’Unione, autoproclamatasi campo della libertà , della pace e del benessere dei suoi popoli prende sempre più i connotati di un triste blocco che si denominò patto di Varsavia.
Eugenio Preta