La necessaria revisione delle Tesla
I proprietari di una vettura Tesla lo sapevano. Già prima dell’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, sapevano che Elon Musk era cattivo, eppure si sono lasciati sedurre ed hanno comprato comunque una Tesla!
Hanno un bel dire gli americani che appongono l’adesivo “Ho comprato questa macchina prima che Elon impazzisse” . Ma non possono essere giustificati perché avevano conosciuto Elon Musk già dai tempi della pandemia di Covid-19.
Anti-wokista, maschilista, contestatore del confinamento, Musk ha riunito tutti i requisiti del “pessimo” ; qualcuno ha intuito il pericolo, molti però si sono accomodati sui morbidi sedili della Model S, Model 3 e altre offerte .
Così oggi le officine Tesla sono costrette a ricevere i pentiti dell’acquisto scriteriato sul ponte elevatore delle coscienze. Questi peccatori, dopo aver confessato la loro colpa al capo officina e dopo aver svuotato le idee di destra e ingrassato il “vivere insieme” potranno apporre finalmente l’adesivo “controllo ideologico aggiornato”.
In questa logica woke, il boicottaggio di X è stato un flop, quindi si proceda con le Tesla…
Così oggi è ormai auspicabile una depurazione del parco auto perché non si può accettare di separare l’auto dalle idee politiche del suo progettista”. Scegliere la “Musk Mobile” significa contribuire ad avvelenare ideologicamente il pianeta . Sostenendo perciò una condotta più ecologica, il salvatore del pianeta preferirà la coraggiosa Coccinelle Volkswagen lanciata negli anni ‘30 da…Eh già proprio lui….ma nooo, cattivo esempio.
Coraggio, tra poco sul mercato saranno disponibili molti veicoli politicamente corretti, come ad esempio una vettura cinese elettrica importata da questa democrazia radiosa per fare la gioia del contestatore progressista .
Risalendo sulla sua Trabant, il progressista rimpiangerà ancora i bei vecchi tempi dell’auto unica proposta dalla Germania dell’Est, rinomata per il suo disagio e la sua quarta ruota opzionale ? Il veicolo rispondeva a tutti i criteri wokisti: in panne dopo tre chilometri, inquinava poco e sbatteva nel muro in meno di quattro secondi.
Nelle paranoie progressiste costi quel che costi, il crash test dell’auto ideologicamente corretta è appena iniziato.
Eugenio Preta