Una vecchia pelle per un’antica cerimonia

Mentre il mondo assiste al ritorno trionfale di Trump alla Casa Bianca al suono del Maga -Make America Great Again- la piccola accomandita della mondializzazione si concerta tra le nevi chic di Davos.  Al solito, come avviene ogni anno,  numerosi Capi di Stato, opinionisti,  internazionalisti cooptati riprendono a scriversi addosso il mondo di domani , senza alcun realismo  né sospetto di  errore.

Nelle sale arabescate si incontra van der Layen, l’immancabile Zalesky, il fondatore Schwab, Scholtz giunto al capolinea, l’ex promessa Blair, addirittura al Shibani, nuovo ministro degli Esteri della Siria , a cavallo tra Islam e usa . Un mese di gennaio svizzero dove si girano le riprese di una pellicola che tutti fingono di conoscere: l’era dell’intelligenza,  artificiale però,  perché l’altra sembra latitare ..e di molto .

Così tra un’esposizione e l’altra si snocciolano quelle idee che da decenni rovinano scientemente gli Stati europei,  spingono l’agricoltura europea, una volta eccellenza, alla rovina, portano le piccole e medie imprese al fallimento, spediscono in Asia le fabbriche,  surtassano anche le attività  più insignificanti e sognano , neanche tanto velatamente ( Olaf Scholtz) di togliere al popolo sovrano ( e bue)quel bene che esso dimostra di utilizzare  in modo sconcio: la libertà di potersi esprimere.

Osservando i temi all’ordine del giorno ci si accorge dell’ iper-uranio in cui navigano questi Soloni:  immaginare le industrie nell’era dell’intelligenza , reinventarsi lo sviluppo, tutelare il pianeta e, quasi come un leggero dubbio che aleggia sul tutto , ricostruire la fiducia.

Globalmente (è proprio il caso di dirlo) Davos continua come se nulla fosse e  va verso la fine come un branco di lemmings che corre verso il baratro . Del resto nessuno sembra parlare dell’orrore incombente, del ritorno dell’orso Trump che rimane nei corridoi come un ‘ombra terrificante, affascinante e divertita.

Tra i sussurri delle sale salgono però dalla strada le grida del mondo esterno che si presenta con la crescita generale dei partiti sovranisti e con Trump che spazza via a colpi di decreto i resti di questo terrificante mondo di mezzo.

Davos, che conserva  l’abitudine di parlare di tutto senza alcun senso autocritico né realismo effettivo , ricorda oggi la vigilia della caduta di Costantinopoli quando i preti  bizantini continuavano a discutere del sesso degli angeli mentre gli Ottomani  invadevano la città e occupavano il regno.

Eugenio Preta

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