Palestina: guerra civile può essere un’opzione politica?
Etimologicamente la patria è la terra dei padri: presuppone quindi un legame carnale nel tempo tra un popolo ed un dato territorio definito da frontiere che non sono tanto ciò che separa ma ciò che ne fa la peculiarità .
La guerra scatenata da Hamas contro Israele sembra essere l ‘ennesimo dramma della guerra infinita che due popoli hanno scatenato per rivendicare una terra che ciascuno di loro ritiene essere la sua Patria. La soluzione politica ideale sarebbe quella suggerita nel ‘47 dall’Onu : due stati con Gerusalemme città aperta.
Questo conflitto che avviene nell’estremità sud del mediterraneo ha scosso la nostra classe politica e la Nazione e non è dovuto al caso ma alla vigliaccheria , alla cecità ideologica e all’ irresponsabilità dei governanti europei di sinistra e di destra degli ultimi 40 anni.
Ennesima dimostrazione di come la politica sia una cosa seria e non possa essere lasciata al caso. Chi semina vento raccoglie tempesta : aver permesso a numerose comunità islamiche di installarsi in Europa, aver concesso loro con facilità là possibilità dei raggruppamenti familiari sono segni inequivocabili di una frattura di civiltà.
A dispetto di tutte le pretese ideologiche , le società multiculturali sono multi-conflittuali e l’arrivo di una consistente massa migratoria senza una politica volontaristica di assimilazione ha portato alla paralisi.
In molti Paesi occidentali il problema dei politici irresponsabili che pur esiste da decenni è balzato d’attualità , specialmente in quei Paesi dove la comunità musulmana è più numerosa .
Improvvisamente oggi la politica si accorge di essere di fronte ad una guerra di civiltà in atto .
Ma la guerra civile non può essere un’opzione politica ma rappresenta un grave pericolo.
Le dinamiche demografiche sono inquietanti ed un’Europa islamizzata sarebbe un contro senso con l’Europa giudaico-cristiana che è nostra matrice, proprio come i territori dell’antico impero bizantino che non hanno oggi più niente a che vedere con l’antica civiltà bizantina, al di là delle rovine e delle minoranze cristiane regolarmente perseguitate.
La guerra può essere evitata non con l’accettazione passiva ma solo con una risposta ferma che passa per la fine del lassismo giudiziario, attraverso le restrizioni per l’ottenimento dello statuto di rifugiato e dei raggruppamenti familiari , attraverso la lotta contro i clandestini, molti dei quali sono organizzati in traffici di ogni genere che hanno avvelenato le città di tutta Europa.
E’ ora necessario un grande piano d’azione dei vari governi che si pongano seriamente il problema dell’accoglienza di popoli stranieri che impongono usi e costumi che confliggono quelli occidentali e non manifestano alcuna volontà di integrazione.
Un piano che ovviamente necessita di molto tempo e non può né deve esaurirsi in qualche anno.
Eugenio Preta