Ancora sui vitivinicoltori e sulla coscienza sicilianista
Trapani, 26 ottobre 2005
Mentre continua l’assedio a Palermo di cui dicevamo al nostro precedente comunicato, L’Altra Sicilia rileva come tale protesta non sia conducente se non incanalata verso i veri obiettivi di riscatto del Popolo Siciliano.
Non è infatti – a parer nostro – una questione corporativa di interessi di settore. Il problema vero è quello di una sistematica sottorappresentazione politica degli interessi economici e sociali dei Siciliani presso le istituzioni europee.
Noi abbiamo denunciato più volte il fatto che lo Stato italiano usa l’Europa per scavalcare la Nostra Autonomia, per di più non facendosi minimamente portatore dei nostri interessi.
Ma per superare questo impasse non basta essere autonomisti o “duri” nelle proprie rivendicazioni, se poi si resta iscritti a sindacati “nazionali” che sono e saranno sempre cinghia di trasmissione di poteri forti estranei alla Sicilia e dai quali ci si fa guidare supinamente.
Abbiamo visto sventolare in mezzo ai trattori molte bandiere della CIA e nessuna bandiera siciliana.
Dove volete andare, fratelli agricoltori, in questo modo? Non sapete che la CIA è il sindacato agricolo della sinistra nazionale, così come sono schierate anche le altre sigle?
Non sapete che la CIA non ha protestato quando i vostri interessi vitali sono stati minacciati?
Non sapete che anche il migliore autonomismo nei partiti diventa nullo se non accompagnato da un parallelo autonomismo nei sindacati?
La lezione degli autotrasportatori è che, se hanno ottenuto qualcosa lo devono all’esistenza dell’AIAS, unica sigla siciliana con tanto di Trinacria e che non prende ordini da nessuno, e se non hanno ottenuto di più è solo per una carenza di rappresentanza politica autenticamente sicilianista.
Impariamo e imparate dalla lezione! Se issate la bandiera della Sicilia, se costituite un Vostro sindacato, democratico, legato più alla base che non agli ordini che vengono da Roma, allora farete veramente paura; altrimenti sarete solo un fastidio passeggero per il traffico palermitano e nulla più.
Finché il malcontento siciliano non sarà canalizzato in un’unica grande direzione, quella della riapertura della “Questione Siciliana”, questione nazionale grande e insoluta, tutte le proteste più o meno anarchiche e populiste finiranno nel nulla e si dissolveranno viste da tutti come proteste di settore.
Tempo addietro, ad una manifestazione ad Alcamo, un nostro rappresentante non fu fatto parlare dai “funzionari” dei sindacati italiani che controllano il settore. Aveva da dire cose importanti che “non dovevano arrivare” alle orecchie dei coltivatori siciliani.
Ecco tutto.
Noi siamo sempre al Vostro fianco, ma se credete ancora nei sindacati nazionali sappiate che avete già perso in partenza: quelle bandiere dovreste strapparle, perché vi hanno tradito, quei “funzionari” non dovreste nemmeno farli parlare, altro che farvi rappresentare da loro…
L’ALTRA SICILIA – Uffico Stampa