ANCORA UNA FICTION RAI CHE DENIGRA LA SICILIA

Bruxelles, 11 ottobre 2005

L’Altra Sicilia denuncia a tutti i Siciliani, al di qua e al di là del Faro, che la politica culturale della RAI è sempre orientata ad un razzismo antisiciliano, tanto più grave quanto più strisciante e forse persino inconsapevole.

Ci dispiace dover prendere di mira l’ultimo sceneggiato il cui protagonista è l’attore meridionale Lino Banfi, al quale personalmente non imputiamo alcunché, ma non si può continuare a tacere di fronte alla sistematica denigrazione di tutto ciò che è Sicilia e Siciliano.


Che cosa succede?

Succede semplicemente che quando la RAI vuole ruoli “moderni”, “vincenti”, “efficienti”, allora ci fa sentire qualcuno che parla con l’accento settentrionale, quando vuole dipingere personaggi di estrazione popolare ma vicini a chi ascolta, immediati, mette in bocca loro un accento romano, quando vuole dipingere persone arretrate ma tutto sommato bonaccione (la cameriera di “un medico in famiglia”, il frate interpretato dallo stesso Banfi) mette in bocca loro un accento meridionale, quando ha bisogno del “cattivo”, di un delinquente, di un farabutto, allora sistematicamente questi deve parlare in Siciliano o con l’accento Siciliano.

Così il sosia del frate Banfi è il latitante siciliano Banfi, e così siciliani sono tutti i delinquenti che ruotano intorno a lui, anche se la fiction è ambientata nell’Italia centro-settentrionale.

Ecco: Noi non ci stiamo più! Delinquenti sarete voi!
Ma è possibile che non si ribella nessuno?

E’ possibile che nessun politico siciliano semisveglio o semidormiente non si senta ferito da queste palate di fango che infamano una lingua, una civiltà, un popolo, sistematicamente e definitivamente bollati come “Terra della mafia”.

Si dirà: ma la mafia c’è, perché nasconderla?

Vero è che c’è, ma intanto non solo in Sicilia e non molto di più che, ad esempio, nel Mezzogiorno continentale, ma poi … la Sicilia, che non conosceva la mafia prima di Garibaldi (è sempre bene ricordarlo) ha fatto tanto in questi decenni per riscattarsi, per darsi un’immagine diversa, ha offerto il sangue dei suoi migliori figli (pensiamo a Falcone e Borsellino), pur lasciata sola dal “centro”, da una politica a cui tutto sommato il ruolo della “Sicilia mafiosa” non dispiaceva… e poi … ci pensa la Rai a ricordarci che in Italia ci è riservato solo il ruolo dei delinquenti della Nazione e – quel che è peggio – a vendere con i suoi immondi filmati questa immagine nel mondo.

Sapete cosa comporta questo tra l’altro?

Comporta un drammatico sradicamento dei Siciliani dalla propria lingua e dalla propria cultura! Fanno tenerezza i Siciliani meno colti di oggi che si sforzano di parlare in un improbabile toscano e che “rimproverano” i “figli che parlano in dialetto”, perché oggi in Sicilia parlare in Lingua Siciliana o anche solo parlare con l’accento siciliano è “vergogna”, è “ignoranza”, è “devianza”.

Questo, in altri paesi, si chiamerebbe “genocidio culturale”!

Preghiamo, anche Lei, Signor Banfi, di riflettere su quanto le diciamo e di non prestarsi ancora ad operazioni del genere. Sappiamo che, come molti pugliesi, ama la Sicilia come la Terra delle radici più profonde e più vere dell’intero Sud…

A noi oggi la Sicilia pare come una ragazza stuprata alla quale tutti ogni giorno ricordano la violenza subita…

Fateci respirare, fateci guardare avanti, già ci bastano i nostri guai che non sono pochi.
Fateci essere soprattutto orgogliosi di essere siciliani. Nulla in principio contro l’italianità dell’isola, ma qualcuno vuole spegarci l’ossessione disperata con cui molti siciliani dichiarano: “Siamo italiani anche noi! Amiamo il Tricolore e la nazionale!”

Perché non essere italiani con più dignità?

Perché non esserlo cominciando anzitutto dal valorizzare la “nostra” identità che è fatta “anche” di un modo di parlare. Vorrei che molti più italiani, come un noto cantautore, potessero dire “Sono Siciliano”, anzi “Sugnu Sicilianu”.

Quanto alla RAI la diffidiamo formalmente ad interrompere questa ed altre simili indecenze, a scusarsi pubblicamente davanti al Popolo Siciliano e a risarcire il danno d’immagine con apposita programmazione.

Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!

L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa