A CHI NON LO HA ANCORA CAPITO
Riceviamo tante lettere che necessiterebbero
sicuramente di risposta, ma dobbiamo scusarci se il
tempo e soprattutto i mezzi a disposizione non ci
consentono di farlo.
Contrariamente ad altre
organizzazioni e associazioni che sono state capaci di
accedere a fondi ed avere sovvenzioni per fare
attività, la Fondazione vive di volontariato, degli
spazi che ciascuno di noi riesce a ritagliarsi
sacrificandoli ad una passeggiata con i figli, una
cena romantica o una pellicola distratta.
La Fondazione, anche a costo di vedersi ridurre le
possibilità, non ha mai acccettato di sacrificare alla
necessità, la sua libertà.
Non riceviamo sovvenzioni, non abbiamo soldi a
disposizione, tutto quello che facciamo lo facciamo a
spese nostre.
L’Isola, periodico che tra mille difficoltà
riusciamo a ideare, scrivere e ad inviare a tutti
gratutitamente, tranne i pochi abbonati, continua e
anzi vede il suo consenso aumentare di volta in volta.
E questo puo’ bastarci.
Non cerchiamo pubblicità né sponsor vari, proprio
per restare liberi di affermare e sottolineare quello
in cui crediamo senza sottostare a condizionamenti e
senza dover schiacciare l’occhio ad un sistema che
certamente ci lusinga per poi annientarci. Cosi’ siamo
fieri di dire che il periodico è “nostro”, come
“nostra” è la Fondazione.
Purtroppo da qualche tempo ormai registriamo troppe
voci che parlano di Sicilia e siciliani.
Certo, siamo del parere che chi interviene per
portare avanti le istanze e le aspirazioni della
Sicilia e della sua gente non puo’ far altro che
inorgoglirci e ci incita a continuare. Ci preoccupiamo
pero’ quando il nostro nome viene utilizzato da quanti
si sono per anni serviti dell’emigrazione a scopo
meramente personale.
Molti intervengono a nome nostro, li ringraziamo
certo, ma vorremmo mettere i paletti: non abbiamo
autorizzato nessuno a intervenire a nome nostro. Per
le ragioni che ho ricordato, possiamo ancora farlo noi
stessi, ci siamo… pagati questo lusso!
Forse gli appetiti elettorali, l’approssimarsi delle
elezioni regionali e nazionali potrebbe avere fatto
aguzzare l’ingegno ai soliti “noti”.
A costoro la Fondazione dice NO.
Tutto il nostro operare e adoperarsi è un atto
d’amore verso la Sicilia, uno struggente messaggio di
devozione e di resa: a dispetto di quanti non riescono
ancora a comprendere, di quanti ci rimproverano
sommessamente o con forza tacciandoci di patetismo,
noi ribadiamo: devozione e resa.
Devozione ai luoghi che sono rimasti lontani nella
distanza, resa alla memoria che ce li avvicina nel
tempo e nell’anima. Prerogative queste che non si
acquistano, ma si hanno dentro, nel profondo.
A quanti, questo, non lo abbiano ancora capito.
Eugenio Preta, presidente
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Fondazione “L’Altra Sicilia”
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