QUELLO CHE LA SICILIA NON PUO’ FARE…
Palermo, 30 settembre 2005
L’Altra Sicilia segnala che nella finanziaria nazionale si stanno tassando le infrastrutture dell’ENI, insomma un po’ quella “tassa del tubo” che qualche anno fa, Statuto alla mano, la Nostra Regione tentò di istituire limitatamente al territorio siciliano.
Vogliamo scommettere che quel che per la Sicilia era “violazione dei trattati comunitari” per l’Italia non lo sarà?
Vogliamo dimostrare che le interpretazioni della Commissione Europea e della Corte Costituzionale sono a senso unico nella direzione di togliere alla Sicilia ogni prerogativa statutaria di autonomia fiscale?
Chi vivrà vedrà…
Nel frattempo – come minimo – la Regione dovrebbe immediatamente prevedere che il gettito di tale tributo vada alla Sicilia in proporzione alle infrastrutture che ricadono sul suo territorio in quanto non si tratta di quelle fattispecie residuali (imposte di produzione, lotto, scommesse,…) che il Nostro Statuto riserva allo Stato Italiano e, nel caso tale richiesta non fosse accettata o in alternativa, dovrebbe immediatamente ricorrere alle istituzioni comunitarie affinché allo Stato Italiano non sia garantito un trattamento più favorevole di quello a suo tempo riservato alla Sicilia ovvero all’Alta Corte (cioè alla Corte Costituzionale) perché tale tributo violerebbe le prerogative riconosciute nello Statuto.
Vogliamo scommettere che non farà niente nessuno?
Ecco una delle tante cartine di tornasole per distinguere i veri dai falsi autonomisti.
L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa