Elezioni tedesche: quale colore per la coalizione di governo?
Dopo 16 anni di dominio incontrastato, l’unione CDU/CSU precipita nelle preferenze dei tedeschi ed i social-democratici di Olaf Scholz – per fortuna non più di Martin Schulz, l’uomo che iniziò la sua fortuna politica quando Berlusconi, nella seduta di presentazione del semestre di presidenza italiano dell’Unione davanti al Parlamento europeo, lo definì “kapo” – ottengono la maggioranza relativa passando dal 20,5% del 2017 al 25,7 di domenica.
L’unione di destra al contrario, orfana di Angela Merkel, subisce una sconfitta storica e passa dal 32,9 al 24,1%; i Verdi, con la candidata cancelliera Annalena Baerbock, pur ottenendo il migliore risultato elettorale di sempre (14,8% dall’8,9) è al di sotto delle aspettative, come i liberali FdP che sono passati dal 10,1 all’11,5%.
L’AfD (estrema destra), precedentemente il terzo gruppo parlamentare del nuovo Bundestag, oggi si blocca al 10,3% perdendo oltre 2,3 punti percentuali, ridimensionato un po’ dappertutto eccetto che in Turingia ed in Sassonia dove riesce a mantenersi partito dominante e confermare il suo radicamento nel paesaggio politico tedesco.
Come spesso accade, quando nessun partito ottiene la maggioranza assoluta, si apre il balletto delle alleanze nonostante sia Scholtz che Armin Laschet, il leader del cartello CDU/CSU protagonista di goffi episodi in campagna elettorale, abbiano rivendicato il diritto di formare un governo invocando entrambi, la possibilità di una coalizione con i Verdi e con i liberali, per ottenere la tanto agognata maggioranza.
Ed ecco la Germania si trova ora confrontata al secondo tempo del match elettorale: quello della difficile formazione di un governo.
La sola alleanza possibile potrebbe essere una riedizione della “Grosse Koalition”, che però sia i socialisti, sia i Cristiano-sociali hanno escluso lasciando così aperta la porta ad una alleanza-tripartita, la sola che consentirebbe la nascita di un governo federale. Resta da scoprire ora a quali sirene obbediranno i Verdi, ma per loro appare già scontato che siano quelle socialiste, ed i liberali FdP, più inclini ad ascoltare la chiamata CDU-CSU.
Olaf Scholz, sembra convinto di essere il predestinato alla Cancelleria ed è probabile che cercherà con ogni mezzo di formare una coalizione rosso, giallo verde ma Laschet, nonostante la sonora batosta elettorale, si dice sicuro di trovare l’accordo con i Verdi e i liberali, tanto più che Christian Lindner, leader dei liberali, ha confermato di preferire una coalizione con i Verdi guidata dai Cristiano-sociali ai quali si sente più vicino politicamente, proprio per dare voce alla richiesta formulata dal voto dei tedeschi di un governo di centro. Resta l’incognita dei Verdi che non sembrano entusiasti di una coalizione a guida Cristiano-sociale dove dovrebbero operare con i liberali, viste le importanti divergenze in materia di impostazione economica e di politica climatico-ambientale.
Queste elezioni hanno presentato alla CDU un conto pesante: la fine dell’era Merkel. Un risultato che conferma la voglia di cambiamento del popolo tedesco, affidandosi ai socialisti, ad Olaf Scoltz – già vice cancelliere e ministro dell’economia con il governo Merkel – che, quindi, non comprometterebbe la continuità politica, piuttosto che affidarsi a Armin Laschet, che di per sè si è dimostrato incapace di mobilitare il campo conservatore già logorato dall’usura del potere.
Eugenio Preta