Anniversario della firma dello Statuto di Autonomia Siciliana
Stiamo assistendo ignavi alla lenta agonia di una grande conquista ottenuta da tutti i siciliani dopo una vera e propria lotta armata con lo Stato centrale, culminata nella concessione dello Statuto delll’Autonomia siciliana.
Mentre altre regioni stanno cercando oggi di ottenere le stesse prerogative che noi siciliani avevamo conquistato già’ nel 1946 con il nostro Statuto di Autonomia, noi siciliani, supinamente , accettiamo che lo Stato italiano questa Autonomia pattizia l’abbia ridotta, svuotata di ogni contenuto e , all’inganno amche la beffa, continui a tenere i siciliani in uno stato di sudditanza.
Nessuno è in grado di invertire l’andazzo delle cose, il corso degli avvenimenti specialmente se anche colui che avrebbe dovuto difendere la Sicilia la svende all’oncia, come ha fatto ieri affidando l’Assessorato alla cultura e all’identità siciliana , un dicastero identitario importante del governo siciliano ad un partito nordista che questa identità ha dimostrato sempre di avversare e combattere.
Abbarbicati ad un Paese che dimostra la sua sudditanza alla burocrazia tecnocratica ( così è ormai d ridotta l’Unione europea) veniamo anche noi, Piccola Patria e Stato nazione , trascinati in un liberismo eccessivo senza poterci difendere, vista l’attitudine di gente che abbiamo mandato a Strasburgo per tutelare i nostri bisogni e le nostre esigenze.
In pieno marasma di un’epidemia affrontata con pressapochismo e senza capacità di previsione, questo 15 maggio, 74-mo anniversario della firma dello Statuto di Autonomia , ovvero l’avvio della speranza del riscatto della nostra terra, passa in un preoccupante silenzio.
Eppure i patrioti siciliani avrebbero voluto che , fedeli agli accordi, le autorità avessero celebrato questa data, e nessuna altra, come una ricorrenza ufficiale: una festa celebrata nelle piazze , nelle strade, nelle scuole e nelle sedi istituzionali come la festa del popolo sicilliano che si ritrova insieme per recuperare la sua dignità e rivendicare la sua identità.
Molti prenderanno il periodo di crisi epidemica come comodo alibi per non essere scesi in piazza a celebrare la ricorrenza . Noi mettiamo tutti di fronte alla situazione quotidiana delle nostre famiglie, delle nostre scuole, delle nostre istituzioni, dei nostri negozi , di fronte al collasso della nostra società e delle nostre economie a cui certo non mancava il virus epidemico.
Oggi 15 maggio sia giornata del risveglio, della denunzia di quello che ,uno Stato che non ci vuole , sottrae quotidianamente a questa nostra meravigliosa Isola/arcipelago nel silenzio degli ascari nostrani, dei servi dei partiti centralisti , degli approfittatori che lucrano sulla buona fede dei siciliani.
Con il cvd 19 e con la crisi sempre più profonda della nostra terra, depredata per cielo , per mare e per aria è ormai scaduto il tempo delle recriminazioni ed è arrivato il momento di mettere lo Stato centrale di fronte alle sue responsabilità.
Le idee camminano con gli uomini: federiamo i patrioti siciliani, senza i protagonismi di sempre ne’ le pretese primedonne , in un unico partito che sia latore delle istanze e dei bisogni del popolo siciliano per cominciare finalmente un nostro 15 maggio di rinascita.
Eugenio Preta