A PALERMO LA BENZINA PIU’ CARA D’ITALIA
Palermo, 17 Agosto 2005
In Sicilia si raffina l’80 % del carburante consumato in Italia, le riserve di idrocarburi stimate consentono quattro secoli di indipendenza energetica della Sicilia, se l’import-export della Sicilia fosse quello di un paese indipendente, l’incidenza dei prodotti petroliferi sarebbe quella di un medio paese OPEC, … ma ….
la benzina in Sicilia è cara, non soltanto quanto in Italia, ma mediamente di più, perché parrebbe che ci siano “costi elevati di trasporto”…
Da dove ci viene trasportata questa benzina?
Da Milano?
Delle due l’una: o è una vera truffa ai danni dell’economia siciliana, l’ennesima, o è proprio così, come con la frutta siciliana che prima viene spedita nel Continente, poi impacchettata e rispedita nell’Isola…
Ma non ci rendiamo conto che così non si può andare avanti?
Il petrolio siciliano e il gas siciliano SONO NOSTRI!
Siciliani, svegliamoci! Le risorse di idrocarburi possono fare da volano per l’economia tutta se ce ne riappropriamo…
L’Italia succhia gratis il nostro oro nero e progetta, anche per mezzo dei suoi rappresentanti alla Regione, di svendere lembi di territorio e risorse sottostanti a ridosso delle abitazioni o dei capolavori del Val di Noto…
L’Altra Sicilia vuole che lo sfruttamento della Sicilia a beneficio altrui e danno nostro sia immediatamente fermato.
L’Altra Sicilia vuole che nei pressi dei centri abitati e laddove il prelievo non sia eco-sostenibile esso sia in ogni caso abbandonato.
L’Altra Sicilia pretende che, prima di prelevare idrocarburi (dove è possibile secondo quanto detto prima), sia chiarito una volta per tutte l’indirizzo politico di lasciarne in Sicilia i benefici economici.
In che modo?
– Ridefiniamo le royalties e i benefici economici a vantaggio della Sicilia tutta e, in particolare, delle popolazioni dei Comuni interessati;
– Attribuiamo alla Regione gettito e aliquote delle accise sui prodotti petroliferi estratti o raffinati in Sicilia;
– Controlliamo il cartello delle imprese petrolifere per evitare che ci impongano prezzi non concorrenziali;
– Calmieriamo i prezzi dei carburanti ponendo tetti massimi pari a un terzo dei prezzi attuali;
– Attribuiamo alla Sicilia il gettito tributario del reddito prodotto dalle imprese che estraggono o raffinano idrocarburi;
– Saltiamo ad ogni livello l’intermediazione italiana parassitaria tra la produzione ed il consumo con un’attiva politica industriale regionale.
E questo tanto per cominciare.
Se ne avessimo il coraggio, altro che povertà ed emigrazione… Ci sarebbe una corsa di capitali verso la Sicilia, diventeremmo una “tigre” nel bel mezzo del Mediterraneo.
Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!
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