La nuova faccia della società: il capitalismo di sorveglianza
Sono in arrivo le regole per il tracciamento dei nostri dati privati in funzione anti-Contagio da Coronavirus tramite un’applicazione denominata “app immuni”.
Siamo travolti da messaggi societali che ci chiedono una risposta per poter poi tradurre in una legislazione corrente i pericoli effettivamente percepiti, secondo una spiegazione più moderata, o le più probabili articolazioni del potere,in una spiegazione più “oltranzista”.
Sarebbe a questo punto necessario poter usufruire di un’informazione il più possibile completa per non venire indotti in errore.
La polemica del giorno investe questa proposta avanzata dai governi di diversi paesi “corona virus “ di ricorrere ad un “tracciamento via app” dei cittadini per seguire la parabola dell’epidemia e identificare gli eventuali contagiati.
L’opinione generale è che questo tipo di rilevamento distrugga innanzitutto le libertà individuali fondamentali e sia portatore di conseguenze negative di ordine etico e sociale. Un dispositivo che serve solo a denunciare le mancanze del nostro sistema istituzionale nella risposta all’epidemia e a mettere in rilievo, in subordine poi, gli eccessi a cui ci ha portato il sistema liberista oggi imperante.
Il fine del progetto può senz’altro esplicitamente iscriversi come un giusto tentativo di bloccare la progressione dell’epidemia, implicitamente però si risolve in un controllo sempre più spinto dei nostri spostamenti, delle nostre relazioni, dei nostri incontri e , soprattutto permette il recupero surrettizio di tutti i nostri dati personali, in definitiva un vero e proprio attentato alla libertà individuale e alla stessa vita privata.
Centinaia di miliardi di euro sono in gioco, in progressione sempre crescente se ci aggiungiamo la prospettiva offerta da quello che costituisce un effettivo mercato dell’intelligenza artificiale.
La sua conseguenza ultima rimane la mercificazione di tutti dati che riguardano lo stato della salute di ogni individuo, un progetto che ha bisogno di due condizioni per avere pieno successo: innanzitutto rendere la massa cittadina dipendente dagli strumenti tecnologici più moderni, quindi avere un accesso consentito dalla legge ai dati disponibili.
Alla fine la prova comprovata del fallimento delle istituzioni proprio per il loro rifiuto di dover tenere conto degli antidoti necessari a proteggere la libertà, protezioni assolutamente assenti nel progetto di legge.
Bluetooth, ad esempio , non permette di proteggere efficacemente i dati contenuti in un telefono e il suo antidoto, rappresentato dall’effettivo anonimato dei dati, vanificherebbe però la stessa causa efficiente del provvedimento: combattere efficacemente l’epidemia.
Nell’esercitare il loro ruolo le istituzioni più democratiche, il Parlamento, la Corte Costituzionale, il governo, avrebbero dovuto vigilare in anticipo piuttosto che capitolare e lasciare proliferare poi quelli che sono considerati veri attentati alla nostra libertà, così facendo hanno dimostrato di aver tradito sia i loro ideali democratici sia il fine ultimo della loro missione, quella di rappresentare effettivamente gli interessi dei cittadini.
Questo progetto, che può intendersi come un vero e proprio atto di spionaggio, rappresenta un ulteriore passo verso una forma di capitalismo detto di sorveglianza: un modello di organizzazione politica e sociale che declassa l’essere umano alla stregua di una mercanzia che si può vendere a parcelle.
La constatazione più grave è che i promotori di questo progetto di società vivono e ricevono il supporto più importante proprio dalla complicità dei governi e dalla loro debolezza .
Un’evoluzione societaria che non possiamo accettare supinamente e che non deve semplicemente spingerci a “gridare al lupo” per poi far accorrere il cacciatore, ma ci impone ormai di invertire questa tendenza liberista eccessiva ,dando avvio ad una vera e proprio lotta di resistenza.
Eugenio Preta