Le verità rivelate della guerra della Nato in Kossovo
Ora lo sappiamo. Grazie ad un articolo pubblicato sul periodico francese “Le Monde diplomatique” – in polemica con “Le Monde” suo quotidiano di riferimento – la guerra condotta dalla Nato per liberare gli albanesi del Kosovo dal regime tirannico di Slobodan Milosevic è stata un grande imbroglio, la più grande menzogna del XX secolo. Tutti lo sapevano, ma oggi la verità torna a galla, e il mito ufficiale costruito attorno al Kosovo sta letteralmente andando in frantumi.
“Le Monde diplomatique”, giornale dell’intelligenza progressista francese, afferma come non ci sia stato genocidio e ricorda che l’allora ministro della difesa tedesco, Rudolf Scharping, aveva mentito quando aveva detto alle Tv tedesche che i Serbi avevano ucciso da 100.000 a 500.000 persone, mentre i morti effettivi, prima dei bombardamenti della Nato, erano stati 2.000 tra Serbi e Albanesi. Del resto l’operazione ‘ferro di cavallo’, studiata per purificare la regione dalla presenza albanese, non è mai esistita. Si è trattato solo un’invenzione ordita dai servizi segreti tedeschi per screditare Belgrado. La verità è che questo piano sembra non ci sia mai stato, nonostante tutti i media dominanti si siano impegnati ad accusare i Serbi.
La prestigiosa rivista francese, sottolinea che i principali bugiardi furono i responsabili dei governi dei paesi occidentali, la Nato e gli organi stampa più seguiti, includendo tra questi anche ‘Le Monde’, che non ha mai smesso di mentire a proposito della Serbia, dei Serbi e della realtà effettiva del Kosovo.
A quel tempo, ‘Le Monde’ era l’effettivo “portavoce” della Nato, che voleva una guerra totale per smantellare la Iugoslavia e distruggere la piccola Serbia, alleata storica della Francia. E dire che agli inizi degli anni ’80 lo stesso quotidiano difendeva la causa dei Serbi vittime dell’ostracismo degli albanesi in Kosovo.
La rivista diplomatica ha avuto ragione a ricordare che la guerra in Kosovo fu condotta arbitrariamente e senza un vero mandato da parte dell’Onu. E’ stata una guerra illegale ed è stata utilizzata come un pericoloso precedente per le altre guerre condotte dalla Nato in giro per il mondo.
L’articolo de “Le Monde diplomatique” fustiga i governi europei ricordando che quella guerra fu condotta da una maggioranza di governi europei di sinistra appoggiata dalla maggior parte dei partiti conservatori (il primo ministro italiano all’epoca era Massimo D’Alema, ministro della Difesa era l’attuale presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella), sottolineando in tal modo l’allineamento atlantista dei dirigenti europei che fingono di farsi la guerra sugli schermi televisivi ma che, una volta eletti, si inginocchiano davanti a Washington.
La lettura di quegli avvenimenti apre ancora vecchie ferite: nessuno dei crimini commessi dalla Nato in Serbia è stato portato davanti ad un giudice, nessuno ha pagato, e pochissimi giornalisti e politici dell’epoca osarono confessare che avevano mentito. Questo serve a confermare l’amaro sarcasmo che ci prende quando si parla di giustizia internazionale.
Certo le fake news di Stato si sono sempre rivelate la cosa peggiore, eppure non siamo ancora pronti a combatterle, almeno fintantoché non avremo arrestato, giudicato e condannato definitivamente i criminali che le creano e coloro che le diffondono.
Eugenio Preta