L’inganno dell’approvvigionamento eolico
Se un giorno il petrolio dovesse effettivamente esaurirsi, non saremmo in grado di prevedere a quali energie potremmo ricorrere per sostituirlo, per cui l’unica soluzione ancora possibile resterebbe la soluzione nucleare.
Un argomento forte sul quale fanno leva i fautori dell’eolico e più in generale quelli delle energie rinnovabili, proprio in una funzione anti nucleare che non tiene in considerazione le specificità e le conoscenze raggiunte in materia di stoccaggio, trattamento e smaltimento delle scorie nucleari. Nonostante sappiamo che esistano fonti rinnovabili perenni, consumiamo troppa energia fossile, troppi metalli rari ed abbiamo ripiegato sull’energia del vento – anche se non è disponibile per tutti – e su grande scala, come avviene all’82% in Germania, consuma gas, lignite o carbone. In verità siamo di fronte alla fine imminente delle energie fossili.
Lo scenario è così ben incardinato da scatenare quell’isteria dell’eolico che ha coinvolto le collettività locali in una folle operazione, falsamente ecologica, di abbrutimento durevole e programmato dei nostri paesaggi più belli. Nessuna porzione del territorio europeo è stata risparmiata da queste torri d’acciaio fornite di enormi pale, assassine di flora e fauna e dalle improponibili conseguenze sonore e stroboscopie per l’essere umano. Nella prospettiva del bene comune, deliberatamente ignorato dai governanti, ma anche dagli operatori economici attirati dai benefici che procura la manna dell’eolico, l’approvvigionamento eolico è diventato un vero e proprio scandalo di Stato.
I poteri pubblici si ostinano a non applicare il principio costituzionale di precauzione anche a dispetto dei numerosi rapporti sanitari e degli studi parlamentari circostanziati che hanno confermato come questa energia eolica sia nociva per la salute, genera rumori fastidiosi, infrasuoni ed effetti stroboscopici e consuma quantità considerevoli di metalli rari in via di estinzione e anche quando è in funzione, spesso non produce risultati utili. L’approvvigionamento eolico poggia poi sulla costruzione di centrali termiche inquinanti che sovente non si accompagna alla presenza effettiva del vento, tanto che molte centrali devono rimanere in stand by per il 100% del tempo.
Ma chi ha detto che l’eolico sia la fonte di approvvigionamento energetico più conveniente? La Germania ad esempio non è stata mai così inquinata come da quando ha autorizzato la costruzione delle pale eoliche che si stanno dimostrando un vero business (in Belgio l’affare dell’eolico rende ai promotori ricavi del 600% sui valori dell’investimento) il cui costo si abbatte sui cittadini costretti a pagare bollette elettriche sempre più care.
Esistono in verità soluzioni che non sono state ancora industrializzate a causa del disastro di Chernobyl e del favore mediatico che gode oggi l’eolico: fonti di energia sconosciute dal grande pubblico, attualmente distratto dalla pubblicità che ne vanta i meriti e dalla prospettiva del profitto sempre maggiore che procurano le energie verdi.
Il fotovoltaico, proposto in sistemi sempre più leggeri, potrebbe coprire i tetti delle abitazioni grazie semplicemente ad un sistema di tegole adatte; la geotermia come avviene in Islanda, grazie al suo carattere di perennità; le centrali nucleari civili di V generazione che possono consumare l’uranio degli oceani disponibile per milioni di anni. Centrali di questo tipo sono in produzione in Russia, in Cina e ben presto in India e Canada, Paese che potrebbe fornire all’Iran una tecnologia nucleare per evitare ogni possibile deriva militare.
Nessuno conosce la soluzione più efficace, ma diventa importante per il cittadino la possibilità di una informazione il più possibile dettagliata e completa proprio per evitare che lobby senza scrupoli ci impongano alla fine, inquinamento, malattie e distruzione.
Eugenio Preta