Lettera a Babbo Natale dai siciliani incazzati
Caro Babbo Natale,
ti scrivo perché a gennaio devo andare a farmi una chemio e una visita di controllo a Bologna e spenderò molto più del previsto per arrivarci. Allora, ho pensato di chiederti di mettere sotto l’albero di tutti una compagnia aerea siciliana che non debba sottostare ai capricci di corrotti e incapaci, magari al servizio di concorrenti sleali. L’abbiamo avuta, prima con Air sicilia e poi con Wind Jet, ma le hanno fatte fallire, nonostante i conti fossero a posto, come un giorno la magistratura accerterà.
Ti scrivo in questi giorni perché un siciliano importante, il potente prof. Riggio, da ben più di dieci anni presidente dell’Enac, sopravvissuto anche alle rottamazioni toscane, ha attaccato a testa bassa questa idea. Caro Babbo Natale, il prof. Riggio in questi giorni, senza analizzare alcun atto concreto e fattuale, mantiene la linea diffamatoria contro i siciliani, dichiarandoli colpevoli di essere falliti. Tra l’altro, dimenticando che le passate iniziative oggi non esistono più grazie all’attiva collaborazione dell’ente da lui diretto. Allora favorendo Alitalia, oggi l’impressione è che voglia puntellare Ryanair.
Caro Babbo Natale, sai bene che quando si usano argomenti tecnici, si può avere ragione, ma quando si spara ad alzo zero, usando l’offesa alle persone, il sarcasmo e la presunzione, c’è un pregiudizio. Grave che lo abbia chi dovrebbe essere imparziale. Il Presidente dell’Enac, insomma, sembra voler distruggere fatti, sogni e imprese dei siciliani, con comportamenti pieni di presunzione e sfiducia, oltre che atti formali che fatalmente strafottono la Sicilia (come dice Montalbano). Ma da dove nasce questo sarcasmo? Da quale esperienza? Noi siamo andati a cercare informazioni sul beneamato presidente dell’Enac Vito Riggio, su internet.
Il nostro prof. Riggio nacque in quel di Barrafranca, paesino della provincia di Enna. Lì non ci sono aeroporti né fabbriche di aerei. C’è un pioniere, Luigi Calcedonio Cannada che forse ha ispirato in sogno il nostro presidente a vita dell’Enac. Grazie a questa influenza, don Vito cresce a Palermo nell’ambiente sindacale, in obbedienza alla corrente dell’On. Scalia e Donat Cattin, poi diventa professore, probabilmente per meriti politici, quindi presidente dell’Enac. In tutti gli anni fuori da questo ente, il Prof.Riggio, si occupa di trasporti soltanto quando deve prendere l’aereo per partecipare alle riunioni di partito. Usa i mezzi pubblici (autobus) quando va all’università di Palermo, ma la carriera gli farà spesso preferire le auto blu, che sempre pubbliche sono.
Su Wikipedia campeggiano alcuni importanti titoli:
1) “Nel gennaio 2010 l’ENAC di Riggio si è scontrata con Ryanair, volendo imporre alla compagnia low-cost irlandese di accettare documenti alternativi alla carta di identità ed al passaporto. Ryanair ha annunciato la sospensione di tutti i voli in Italia, ed il suo amministratore delegato Michael O’Leary ha dichiarato: «Vito Riggio è un idiota perché fa dichiarazioni stupide e idiote e lui penserà la stessa cosa di me. Cerca di proteggere Alitalia bloccando Ryanair. È una pena, c’è sempre un problema»”
2) Prima della fusione Alitalia-WindJet del 2012 (benedetta da Enac che però non assumerà alcuna iniziativa quando Alitalia, impossessatasi della compagnia siciliana dal punto di vista operativo, la lascia schiantare senza dare corso agli accordi presi, ndr.), … Riggio è accusato di non aver protetto gli interessi dei consumatori-passeggeri, permettendo a WindJet di emettere fino a 300.000 biglietti anche senza garanzia di effettuazione del volo.[9]
3) Infine, “Il nome di Vito Riggio appare nella lista Anemone (l’elenco di 370 persone che avrebbero fruito di ristrutturazioni edilizie fornite dall’immobiliarista Diego Anemone) per alcuni lavori di ristrutturazione che risultano non essere stati pagati. Riggio vive in affitto in una della case di Propaganda Fide in via della Conciliazione 44. Ha dovuto ammettere davanti al consiglio di amministrazione che la pigione ammonta a 38.400 euro pagati dall’Enac sulla base di un vecchio accordo. Anche il figlio Federico Riggio ha abitato in un appartamento ristrutturato da Anemone, di proprietà di Ecosfera, datore di lavoro di Federico Riggio e vincitore dell’appalto del global service all’Enac.[10]”
Caro Babbo Natale, emerge chiaramente da queste informazioni che hai donato molto al prof. Riggio, disinteressatamente, come ti si addice. Per questo ti ringrazio, ma ti chiedo di usare la stessa bontà con i siciliani che vorrebbero avere collegamenti efficienti, moderni, costanti e non capricciosi e molto costosi, in assenza di concorrenza, tra la nostra isola e il resto del mondo. Se l’avessimo, potremmo pensare ad uno sviluppo forte. Se non ci affidiamo a te, ma a quel professore di diritto che quando si insediò all’Enac capiva di trasporto aereo quanto lo zio “puddu u pizzaru” capiva di fisica nucleare, non ce la faremo, e perdona se non ci fidiamo più di lui.
Caro Babbo Natale, non sono solo io, imprenditore che secondo il Prof. Riggio sarei un fallito, ma che resto uno capace di creare ben due compagnie aeree, che sono cadute non per mancanza di mercato, ma per ingerenza esterna poco chiara. Anche il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci che ha un Curriculum specchiato, lo vuole. Sai, Babbo, Musumeci ha dimostrato in passato che molti sogni in Sicilia potevano essere trasformati in realtà. Forse per questo si è guadagnato l’ira del presidente poco imparziale dell’Enac.
Eppure, noi che ora dobbiamo sentirci chiamare imprenditori falliti, abbiamo pagato con il nostro portafoglio la realizzazione di un sogno che andava anche a vantaggio dei siciliani. Noi non abbiamo goduto della benevolenza dei ministri o di molti amministratori che spesso fanno della mazzetta una ragione di vita. Molti credono che la Sicilia sia tutta mafia e complicità. Non è così, caro Babbo Natale, il grosso di noi devono combattere sia contro la mafia che contro i corrotti. Non sempre sono dalla stessa parte, ma sempre strafottono (anche loro) la Sicilia.
Ora, Babbo Natale, capirai il nostro appello. Se il Presidente dell’Enac arriva a contrastare gli auspici del Presidente della Regione, approfittando del proprio ruolo, ora per difendere Ryan Air, allora per difendere Alitalia, per quella mania di certi siciliani di voler difendere sempre chi ha il potere, dobbiamo appellarci a te, per avere una opportunità che sia di mercato, efficace, efficiente. Se non lo facessimo, se ci affidassimo alle leggi e a certi regolatori, le norme diventerebbero una gabbia per impedirci di mettere su un’impresa che ha mercato e prospettive, come le avevano Wind Jet e Air Sicilia. Per questo che ti chiediamo di controllare se noi siamo stati buoni e se quindi forse non sia il prof. Riggio a esserci, o forse a farci. Anche perché se il patron di Ryanair lo ebbe a definire un idiota, e ora obbedisce a logiche che nulla hanno a che vedere con il bene della comunità siciliana, viene la tentazione di pensare il presidente dell’Enac lo sia, o che sia in mala fede. Ma forse, il tuo intervento, caro Babbo Natale, ci farebbe superare questo dubbio, ci esimerebbe da domandarci se Vito Riggio capisce qualcosa di trasporto aereo o e se abbia capito o sappia perfettamente che la responsabilità del fallimento delle nostre aziende è anche sua, dovendosene vergognare, prima come siciliano e poi come presidente dell’Enac.
Si, caro Babbo Natale, resta infatti difficile pensare come si sia potuto consegnare un mercato tanto ricco come quello siciliano, uno dei più redditizi d’Europa, a Ryanair, dopo l’evidente fallimento gestionale di Alitalia. Certo, tutti loro beneficiano grandemente dell’assenza di AirSicilia prima e di WindJet poi da questo mercato che fino a qualche anno fa era concorrenziale e ora è quasi monopolistico, con biglietti che in questi giorni costano anche quattrocento Euro.
Caro Babbo Natale, restituisci ai siciliani il giudizio su questa vicenda e aiutaci a esaudire il desiderio di tornare a poter decidere sui nostri trasporti. Non pensare, ti prego che io o altri abbiamo qualcosa di personale contro questo povero disgraziato di politico che ora gioca a fare il boiardo. Sappiamo che forse è talmente vicino alla descrizione di O’ Leary, da non sapere nemmeno quali danni abbia procurato, lista Anemone o no.
In questi giorni, e anche nel 2018 penseremo a te, Babbo Natale. Magari, se ci darai un presidente dell’Enac meno impelagato in altro, potremo avere la libertà d’impresa che viene garantita dalla Costituzione ma che oggi non viene garantita agli imprenditori che non sanno molto di riti romani, scozzesi e nemmeno di mazzette. Tra l’altro, come ti ho detto, la mia malattia mi ha costretto ad andare molte volte a Bologna e ci tornerò anche a Gennaio. Io, da imprenditore, al contrario di Riggio il biglietto me lo devo pagare. E, se davvero sono fallito, lo devo pagare caro e doppio anche a causa sua.
Sempre tuo affezionatissimo
Luigi Crispino