La satira dello Spiegel spara sempre sul pianista indifeso
Ci siamo spesso chiesti perché sono solo i media non ufficiali – per intenderci quelli che fanno contro-informazione, schierati decisamente contro il “political correct” – ad evidenziare l’imbarazzante ironia di chi si prende gioco della religione cattolica o con cattivo gusto intende sbeffeggiare le immagini sacre, superando ogni limite.
E’ di questi giorni la foto di copertina del settimanale tedesco “Der Spiegel” – che vorrebbe essere lo specchio del mondo – che ritrae la Natività di Lorenzo Lotto. La prima impressione è che il giornale voglia augurare un felice Natale ai suoi lettori, poi, invece, si svela la vera intenzione di questo Specchio appannato nelle idee. Si nota infatti il Bambin Gesù appena nato che tende la manina verso la Vergine Maria, adagiato però su un cartone da imballaggi di una grande società di distribuzione mondialmente conosciuta. La presunta irriverenza continua con San Giuseppe, rinchiuso in una palla natalizia che protesta dicendo che non era quello il prodotto che aveva ordinato, incalzato dalla Vergine Maria che lo rassicura dicendo di non preoccuparsi perché è possibile richiedere il cambio della merce.
L’articolo dal titolo “Come il commercio elettronico rivoluziona le nostre vite” sottolinea la trovata geniale del redattore dello Spiegel “appannato” che a qualche giorno dal Natale non ha trovato di meglio che ridicolizzare l’immagine cristiana per dare rilievo al tema trattato, riducendo la figura della Vergine Maria e di San Giuseppe a quella di due acquirenti di un prodotto commerciale, in questo caso un bambino, di cui ci si può sbarazzare in ogni momento scambiandolo, per esempio, con un televisore o una lavastoviglie.
Lungi da noi l’idea di voler discutere una scelta giornalistica. La nostra non vuole essere una protesta che, visti i tempi, potrebbe essere percepita come bigotta e datata, ma crediamo sia facile sparare sul pianista che non può difendersi e reagire.
Senza peraltro evocare il relativismo dell’occidente sottolineato dalle frequenti esternazioni di Papa Francesco, ricordiamo che Salman Rushdie, per aver pubblicato i suoi sonetti satanici – una prosa sgrammaticata contro Maometto, divenuta poi best seller – vive da oltre 20 anni sotto protezione e in perenne pericolo di vita, e che il settimanale parigino Charlie Hebdo è stato lacerato dall’attentato islamista, solo per aver pubblicato una caricatura di Maometto. E questo detto così, per la cronaca.
Ma Der Spiegel pare sia abituato a ridicolizzare la religione cattolica: già nel 2010, il settimanale progressista della ”intelligenthia” tedesca, per sottolineare l’ipocrisia della Chiesa, aveva deciso di pubblicare l’immagine di un modello in sontuosi abiti cardinalizi che con mano destra teneva una Bibbia mentre la mano sinistra, scivolava provocatoriamente sotto la tonaca.
L’anno scorso, poi, per illustrare un servizio sul proliferare delle religioni e sul loro pericolo – un tema che avrebbe portato il lettore a cercare tra le righe dell’articolo una seppur velata denuncia dell’islam, Der Spiegel ha pensato bene di mettere in primo piano il Cristo in croce, quindi il patriarca russo a fianco di Putin, poi un mormone isterico con l’ immagine di Gesù e una foto di Trump che abbraccia una Bibbia mentre sullo sfondo, più defilati, alcuni manifestanti visibilmente europei che sventolavano sinistre bandiere nere dell’Isis.
Alla faccia della parità! Ma forse questo Specchio appannato fa bene a mettere tutte le religioni nello stesso sacco a significare la condanna senza “se” e senza “ma” di ogni ipocrisia, ma sarebbe opportuno che dimostrasse più coraggio cercando di ristabilire una certa equidistanza senza insistere sempre e soltanto contro la religione cattolica. Comodo “sparare sul pianista” soprattutto quando questo pianista appare isolato e senza difesa alcuna.
Eugenio Preta