I flussi migratori stanno dividendo l’Europa a metà
Le tematiche dell’accoglienza e dei flussi migratori inarrestabili stanno praticamente dividendo il continente europeo in due parti. Ormai siamo di fronte a due Europe sempre piu’ antinomiche e fatalmente inconciliabili tra di loro, mentre una cortina di incomprensioni si sta sviluppando tra i due insieme pur geograficamente omogenei.
Da una parte , all’ovest, il multiculturalismo è avvertito come una ricchezza; i migranti sono accolti senza lesinare sforzi, lo straniero è una potenzialità che mai si immaginerebbe di vedere come una minaccia.
Dall’altra, ad est, la Storia degli stati nazione è una cosa considerata talmente sacra che non puo’ assolutamente immaginarsi di diluirsi nella mondializzazione ; le frontiere costituiscono ancora una forte demarcazione tra il qui e l’altrove e l’ immigrazione di massa è avversata come sinonimo e minaccia di impoverimento.
Ogni presa di posizione sulla tematica dell’immigrazione serve solo a scavare un fossato sempre piu’ invalicabile tra la vecchia e la nuova Europa
Come Victor Orban, il premier ungherese , anche Jaroslav Kaczynski , il presidente del partito polacco Diritto e Giustizia (PiS) si oppone con fermezza alla politica migratoria studiata nelle sale di Bruxelles e prefigura il rifiuto dell’accoglienza dei migranti sul suolo polacco. La sua posizione si evince chiaramente dalle conclusioni dell’ultimo congresso del partito partito in crociata contro l’accoglienza . Un Paese che non ha mai approfittato dei paesi da cui provengono i rifugiati che arrivano in europa, che non ha mai utilizzato la loro manodopera e che in definitiva non li ha mai invitati in Europa, oggi ha il diritto di dire no.
Nel 2015 i ventotto Stati membri dell’Unione si erano accordati su un piano di quote di ripartizione dei migranti presenti sul territorio del vecchio continente. Alla Polonia inizialmente erano stati assegnati 7000 migranti.
Oggi il gemello superstite dei fratelli Kaczynski riafferma il diritto degli Stati di rifiutare la politica migratoria UE soprattutto perché non corrisponde ai bisogni della Polonia. E questa affermazione del leader polacco stride in assoluto con il discorso che tengono invece i dirigenti dell’Europa occidentale che ritrovano invece proprio nell’accoglienza la vecchia tradizione europea e persino la sua stessa credibilità.
La crisi dei flussi migratori divide quindi l’europa in due settori distanti e antimonici: poco meno di 30 anni dalla caduta del muro di Berlino e dalla fine del comunismo una nuova cortina sembra tornare a dividere L’Europa . Questa volta pero’ il futuro potrebbe ritrovarsi proprio ad est.
Eugenio Preta