La Corte di Giustizia dell’UE ostacola le indagini sul terrorismo
La Corte di Giustizia dell’unione Europea sembra proprio incorreggibile. Con due sentenze del 2011 e 2012 aveva stabilito che il soggiorno irregolare di uno straniero uno Stato membro non poteva piu’ essere considerato un crimine , mettendo cosi’ fuori gioco le legislazioni nazionali che regolavano le tematiche dell’allontanamento degli stranieri , ancor prima che molti tribunali nazionali decidessero di autorizzare un fermo amministrativo, pur se della durata massima di 16 ore .
Con una sentenza del dicembre 2016, La Corte di Giustizia dell’UE ha quindi recidivato la sua azione limitando pure le condizioni di accesso ai dati conservati dagli operatori di telefonia ed ai fornitori dei servizi Internet. Un limite posto allo stoccaggio dei dati personali che ha avuto come conseguenza , accusata unanimemente dai sistemi giudiziari, dalle Polizie e dal comparto dell’intelligence degli stati membri , non soltanto di banalizzare una parte delle inchieste in corso, ma anche di ostacolarne l’efficacia delle future.
Come non interrogarsi a questo punto sulla validità di tali sentenze che , in nome del diritto europeo, hanno portato la Corte a privilegiare certamente la ortodossia del principio giuridico e la sua astrazione concettuale, ma non hanno tenuto minimamente conto delle realtà nazionali e delle tragedie dolorosamente sofferte da molti Stati membri ?
E non è la prima volta che questa istituzione europea sembra vivere in maniera quasi “sadica” le disgrazie delle nazioni che la compongono dimostrando un atteggiamento freddo e distante, tradotto del resto da un dogma che non si imbarazza per nessun pragmatismo, anche il piu’ onorevole, per incarnare una rettitudine disincantata , come rivolta solo ad esseri viventi che non dovranno morire mai, piuttosto che alle vittime il cui ricordo dovrebbe impedire che si faciliti il compito degli assassini.
Disarmare le nostre democrazie a causa delle sorprendenti analisi della Corte che sembra prendere un gusto sadico ad ostacolare e complicare procedure ritenute finora soddisfacenti, stravolge il dibattito che struttura e divide oggi i nostri Paesi: il limite tra libertà’ e sicurezza.
Derive ancora piu’ gravi dal momento che la Corte sembra non aver piu’ l’ambizione di dover prefigurarsi il male minore, ma addirittura di ricercarne il peggiore.
Le decisioni della Corte non serviranno sicuramente a mobilitare le comunità nazionali ma neanche a determinare, da parte dei fautori di una giustizia europea iu’ “giusta” , un interesse civico piu’ forte per l’Europa, le sue assurdità e la sua burocrazia.
Laddove le Nazioni combattono e lottano, la Corte di Giustizia sembra impegnata in lezioni di eccessivo interventismo.
Purtroppo, nell’ ovatta del diritto, intoccabile ed etereo, la Corte sembra cosi’ non tener in alcun conto il fatto di prendersi gioco di un mondo che non le appartiene .
Eugenio Preta