Credere a Babbo Natale significa ingannare i nostri figli?
Attenzione, mentire su qualcosa significa mentire su tutto e con queste cose non si puo’ scherzare . Molti di noi sono accusati di aver mentito ai nostri figli raccontando la storiella del babbo Natale che scende dal tetto con i dolciumi e regali. Secondo alcuni estratti da una autorevole rivista di psichiatria, Lance Psychiatry, li avremmo traumatizzati e , cosa ancora piu’ grave, adesso li costringeremo anche a seguire lunghe sedute psicoterapeutiche per consentire loro di perdonarci per esserci, cosi’ crudelmente, presi gioco di loro.
Mentire sull’esistenza di Babbo Natale oggi significa tradire la fiducia dei nostri piccoli che, scoperto l’inganno, automaticamente ripasseranno in rivista tutte le storie che abbiamo avuto la tracotanza di raccontare loro. A questo punto, le loro conclusioni potrebbero essere senza scampo: mentire su un punto particolare significa aver mentito su tutta la linea.
A giustificazione dell’analisi fatta contro “Babbo Natale”, gli autorevoli psicologi addebitano a Babbo Natale , e sin dal XIX° secolo, epoca della sua invenzione, la responsabilità di innumerevoli tragedie infantili : depressioni, crisi cardiache,psicosi paranoiche, suicidi nei cortili delle scuole, soffocamento per ingestione di playmobil, annegamenti, una vera ecatombe, ai piu’, sconosciuta.
Ma anche se ci potrebbe essere una giustificazione ai nostri imbrogli e cioè che il mondo ci sia apparso cosi’ cattivo d’aver deciso tutti insieme che sarebbe stato meglio mentire ai bambini su Babbo Natale, e mettiamoci dentro anche sul topolino che passa con i suoi doni ogni volta che cade qualche dentino, ed anche sulle favole di Esopo, di Andersen e di la Fontaine, ben presto destinate nella spazzatura della Storia, tutto deve venire emendato dalla vera verità, costi quel che costi, e rimesso in gioco.
A questo punto, secondo questi Soloni, saremo costretti pure a distruggere camini e comignoli, veicoli di tante storie fantastiche che hanno accompagnato i nostri sogni infantili. Alla fine sorge il sospetto che forse ci siamo illusi ed abbiamo fatto piu’ male che bene ai nostri figli. Poi ripensandoci, ma che male mai sarebbe stato se poi siamo riusciti per un attimo almeno a farli felici? In fondo loro avevano sempre saputo che Babbo Natale, comunque, sarebbe sempre passato lo stesso. Come avevamo fatto noi che con la spinta di mamma e papà, ne abbiamo condiviso i segreti, facendoci sentire piu’ grandi e in piu’ con la gioia di vedere brillare negli occhi dei fratelli o delle sorelle quel barlume di felicità che ci faceva diventare noi stessi, Babbo Natale.
Ah! questi psicologi che vedono il male dappertutto e odiano l’ostinata trasmissione delle tradizioni.…
Quella sull’esistenza di Babbo Natale potrebbe sembrare un dibattito puerile , poco degno di nota forse, ma oggi appare molto inquietante perché si inserisce in una tendenza che ,dopo il presepe indesiderabile, la soppressione degli alberi di Natale nelle scuole , la cancellazione di ogni connotato cristiano nei mercatini, le crisi alla vista di una croce , oggi si cerca di insinuare la pretesa nocività di una semplice tradizione popolare
A questo punto se la prestigiosa rivista avesse veramente ragione riguardo alla nostra crudeltà tanto da trovare giudici solerti, saremmo noi passibili di denunzia per trattamenti malvagi e per continuata violenza sui nostri figli e di recidività se per caso desiderassimo mantenerla in vita nel nostro piu’ intimo focolare ?
E’ tanto crudele spingere a credere a Babbo Natale da provocare una disillusione? A voi l’ardua sentenza. Noi , indefessi, continuiamo ad abbellire con le palline colorate il nostro albero di Natale e ad adornare di muschio il nostro presepe che aspetta, alla fine di un anno trascorso tra gioie e dolori, ancora e sempre la venuta del bimbo nostro Re .
Eugenio Preta