Il processo di beatificazione di Fidel Castro
Con la scomparsa di un conoscente si avvia quel processo di commiserazione e di celebrazione postuma che fa di ogni persona che non c’é piu’ un essere generoso e gentile, nonostante tutto.Con la scomparsa di Fidel Castro che finalmente tracima il secolo dei peggiori dittatori comunisti, i media non sfuggono alla moda e avviano un’operazione di candeggio che alla fine rivela perfettamente l’indulgenza e la simpatia che hanno sempre coltivato per questo loro beniamino, un vero benefattore dell’umanità, come lo furono a suo tempo Pol Pot, Mao Tse o Enver Hodja.
Si cerca certo di sottendere come Fidel non fosse un grande democratico, ma gli si attribuiscono delle attenuanti nelle vessazioni che ha subito dal perfido sistema capitalista e nella lotta che gli facevano i cattivi americani , sempre impegnati a combattere i suoi generosi progetti per il popolo cubano.
Come Cesare che “quando vedeva piangere gli altri, piangeva” Fidel tanto viene celebrato che gli si dà il merito di aver saputo mettere in opera un sistema di istruzione e di assistenza sanitaria per tutti i cubani, ad eccezione evidentemente dei cattivi cittadini, degli agenti imperialisti e dei nemici del popolo, invitati davanti al plotone di esecuzione o inviati nei campi rivoluzionari di rieducazione.
Operazione candeggio che fa il paio con le immancabili differenze che i Media ritrovano quando sono costretti a mettere a confronto gli estremi, tanto che piu’ sono di destra, piu’ sono riprovevoli e sanguinari, i dittatori. Pinochet e Franco attivissimi ,presi a paradigma dei fratelli Castro che al contrario sono ritenuti corretti secondo la catechesi dell’opinione pubblica internazionale .
Dal 1959, il popolo cubano è messo davanti ad un potere che ha causato morti e torture e migliaia di annegati in fuga vers la florida . Castro e la sua banda (con un fotogenico pazzo argentino, celebrato in tutti i t-shirt alternativi del mondo) si sono resi responsabili di oltre 15 mila fucilazioni , 77 mila morti annegati nelle acque caraibiche mentre fuggivano verso la Florida , gente che non è stata certo raccolta dalla marina da guerra USA né da Cooperative, curie o misericordie e che non ha mai suscitato la minima pietà. Eppure, a pensarci bene fuggiva da un regime totalitario e da una feroce repressione…
Adesso le delegazioni governative del mondo libero si recheranno a Cuba per i funerali di una persona che, secondo la migliore tradizione monarchica comunista non si sa sia avvenuta ieri oggi o il mese scorso. Noi qui non ci possiamo aggiungere ai cori celebrativi.
Per riassumere la storia dell’isola caraibica potremo parlare di 4 secoli di prosperità e mezzo secolo di rivoluzione.
Le rivoluzioni spesso sono opera dei figli ben educati, correttamente istruiti , di buona famiglia, piccoli borghesi, ragazzi viziati, che si sono messi in testa di rifare il mondo e che riescono al massimo a demolirlo.
le motivazioni di Castro sono state, all’origine, certamente nobili: combattere gli americani che hanno fatto dell’avana, almeno dall’epoca del proibizionismo, un lupanare a cielo aperto con la Mafia come incontrastato gestore. Vista da questa prospettiva di lotta all’imperialismo del dollaro , il proposito di Castro è stato degno di condivisione, poi si è deteriorato dall’uso.
Il successo dei fratelli Castro e del loro medico argentino è dovuto alla mancanza di resistenza dei loro oppositori , alle diserzioni dell’esercito e al fatto che Batista avesse preferito una disonorevole fuga con le valigie piene di dollari invece di opporsi ai rivoltosi. E la rivoluzione di Fidel Castro è benedetta dal destino se pensiamo alla baia dei porci, ed al genio americano, al Granma, una specie di naufragio ben riuscito, alla crisi dei missili , avvenimenti che hanno costruito la reputazione della lotta di liberazione, della rivoluzione cubana .
Oggi pero’ 11 milioni di abitanti sono rimasti poveri nonostante le promesse della rivluzione: bell’esempio di rivoluzione ..Adesso ci vorranno due o tre generazioni per sanare i danni che non sono stati certo causati al blocco americano
Le vacche sono sempre degli altri e le pene sono sempre nostre cantavano i contadini all’epoca della rivoluzione; Oggi , eccetto le baie dei grandi hotel popolati dai turisti , le piazze dei paesi dell’interno sono attraversate da cani, erranti come in un film di Sergio Leone.
Eugenio Preta