Migranti: crisi o imbroglio?
Per tornare a essere onesti sarebbe ora il momento di bandire ogni falso moralismo ,ogni alibi precostituito dal nostro buonismo e riconoscere che la crisi migratoria attuale, causata- diciamocelo- dalle guerre volute dalle società evolute, ma anche da un modello occidentale di eccessivo liberismo, venga finanziata con i soldi pubblici dei contribuenti dell’Unione europea.
Potremmo stare a discutere per delle ore per ricercare cause e concause che spingono la povera gente dei barconi a volgersi verso l’Europa, un eldorado che si rivela alla fine una doppia fregatura per questi disperati: la prima quando partono e la seconda quando arrivano, ma resta che non facciamo nulla per arginare il fenomeno e cerchiamo di porvi rimedio con soluzioni non condivise dalla solidarietà dei popoli uniti d’europa e con misure che sono ormai tutte a carico del nostro paese che, per tradizione cristiana ed anche per fini speculativi, ha fatto dell’accoglienza un bandiera ideologica.
Quello che si conosce di meno pero’ è il funzionamento concreto del sistema dell’accoglienza dei clandestini, le sue disfunzioni vedere o indotte e in che modo esso riesca a originare motivi di arricchimento e di illegalità.
In verità questo trasferimento di popolazioni, un vero esodo oggi dalle proporzioni gigantesche, è stato reso possibile sia dal relativismo dei popoli autoctoni che hanno come abbassato la guardia , sia dalla massa di finanziamenti messi conseguentemente a disposizione dalle autorità pubbliche, un impiego di fondi pubblici più’ o meno legale.
Il caso dell’Italia, insieme a quello della Grecia, i principali porti d’ingresso dei clandestini in Europa è particolarmente interessante.
Qui si è messo in opera un sistema molto remunerativo di accoglienza di cui beneficiano innanzitutto le cooperative sociali, le Curie e le misericordie , una specie di unione sacra delle società di mutuo soccorso che si pretendono senza fini lucrativi, che dispensano servizi socio-sanitari o educativi e per questo ottengono un cospicuo sconto sulla loro fiscalità societaria . E fin qua niente di strano se non fosse che queste cooperative non sono obbligate in nessun caso alla pubblicazione dei loro bilanci e che i controlli ai quali dovrebbero essere sottomesse per legge sono stati annullati da un decreto ministeriale del 2015, proprio mentre scoppiava Roma il caso di “Mafia capitale”.
Un mondo “dell’accoglienza” che genera oggi un giro d’affari di 151 miliardi di euro annuali aperto ad ogni tipo di frode e di imbroglio.
Le cooperative ricevono dalle prefetture 35 euro giornalieri per ogni richiedente asilo che servono per il suo alloggio, il vitto e la moneta spicciola: un soggiorno retribuito con soldi pubblici che può’ durare fino a tre anni.
L’imbroglio, consentito legalmente per carità, consiste nel poter alloggiare e nutrire ogni migrante a meno dei 35 euro giornalieri assegnati e cosi’ intascare il beneficio.
Ad esempio, dieci clandestini in una stanza d’albergo pagata 70 euro , o in qualche struttura pubblica ancora meno cara e il gioco è fatto.
Piccole astuzie quindi in grado di generare un guadagno che supera persino 5000 euro giornalieri.
Cosi’, un numero considerevole di cooperative , con l’alibi comodo del bunismo comunitario è riuscito a moltiplicare per 50, per 100, fino al 126% la propria cifra d’affari dall’inizio di questa crisi.
Di fronte al dilagare delle ondate migratorie le autorità , completamente superate,sono costrette a chiudere troppo spesso gli occhi sulle irregolarità e gli abusi che si sono riscontrati frequentemente in seno a queste società di soccorso. Motivato da un perenne stato d’urgenza , ogni tipo di illegalità e negligenza viene tollerato, divenendo prassi corrente.
Ma perché affidare i clandestini a tali società di soccorso spesso poco consone, troppe volte illegali ? perché sistemare i migranti in strutture che non soddisfano neppure le più’ elementari condizioni d’igiene? Domande che non hanno risposta : non c’é scelta e la confusione regna totale .
Ormai le strutture di accoglienza sono arrivate al tracollo. Non si sa piu’ dove alloggiare i clandestini né come gestirli, con l’aggravante che non si vuole porre fine al fenomeno che ha ormai originato un giro d’affari incontrollabile.
Assistiamo quotidianamente all’arrivo di navi battenti bandiera di paesi che poca attinenza avrebbero con il Mediterraneo: navi norvegesi, irlandesi e perfino lussemburghesi che pattugliano il bacino non per fini commerciali né di pesca, ma solo per raccogliere migranti e riversarli non ad Oslo, Dublino o Lussemburgo, ma fatalmente in Sicilia e poi passare all’incasso .
Percio’ diciamoci la verità e non raccontiamoci ancora di crisi ma, con onestà parliamo di imbroglio: il grande imbroglio delle migrazioni il cui carattere surrettizio è messo in rilievo dal profilo stesso dei migranti che arrivano in Europa.
Secondo statistiche ufficiali assolutamente incontrovertibili, soltanto il 5% dei migranti avrebbe il diritto di rivendicare lo statuto di rifugiato; il resto – è documentato – è composto principalmente da africani sub-sahariani che fuggono da Paesi certo non in guerra e sicuramente non i più’ poveri, attirati dal buonismo e dal consumismo del nostro modello economico.
Migranti economici alla fine, tutti soggetti che , in assenza di accordi con i loro paesi d’origine, non saranno mai rimpatriati e perpetueranno il sistema dell’accoglienza indiscriminata ma anche il suo funzionamento perverso.
Eugenio Preta